Simon the Sorcerer (1993)
Inviato: 7 mag 2015, 22:50
Lo sto recuperando per la prima volta in questi giorni, qualcuno ci ha mai giocato?

Devo ammettere che il primo impatto non è stato dei migliori: un breve filmato iniziale, qualche momento per impratichirsi con l'interfaccia di gioco, e poi subito nelle tortuose vie del villaggio, per non parlare del labirintico (odio i labirinti) bosco circostante con le sue decine di stanze che sembrano non portare da nessuna parte. Pochi minuti dall'avvio, e già mi trovavo nella tipica situazione delle vecchie avventure, provando nervosamente ogni possibile combinazione tra i vari oggetti nella speranza di avanzare di qualche piccolo passo nel gioco. Situazione tipica, sì, ma che solitamente avviene molto più in là nel gioco.
Poi lentamente ho ingranato (ammetto di aver sbirciato due volte le soluzioni) ed ora credo di essere a buon punto (sono diventato ufficialmente un mago!).
Intendiamoci, il gioco non è male. I fondali sono tra i migliori che io abbia mai visto nei giochi di quel periodo (gli ambienti naturali in particolar modo sono magnifici) e questo è probabilmente l'aspetto dove il gioco mostra maggiormente le sue capacità. La storia, seppur non particolarmente approfondita, diverte e lo stesso fanno i personaggi e l'ambientazione fantasy tra il serio e la parodia. Il gioco è condito dal tipico humor che caratterizzava anche i giochi della Lucas di quel periodo, ma il tutto è filtrato dal particolare gusto inglese che, bisogna ammetterlo, non è per tutti. L'interfaccia è quanto di più simile allo Scumm ci possa essere, se non fosse che il numero di verbi è stato inutilmente aumentato e di tanto in tanto si riscontri una certa legnosità nell'impartire i comandi. Gli oggetti cliccabili sparsi per le stanze spesso hanno degli hotspot associati un po' troppo piccoli e questo costringe ad una caccia all'oggetto non sempre piacevole. Una combinazione di tasti viene in aiuto del giocatore e permette di evidenziare tutte le aree cliccabili segnalandole con degli asterischi: alla lunga si finisce per utilizzare questo metodo ogni volta che si entra in una nuova stanza. Altra pecca, o comunque caratteristica che può risultare fastidiosa, è la presenza di uscite non sempre chiare da una stanza (a volte anche quattro o cinque) verso la successiva: capita abbastanza spesso di provare a portare il personaggio verso il bordo dello schermo nel tentativo di capire se "si può uscire anche di lì". Le musiche svolgono il loro compito, ma a mezzo servizio: qualche buon brano, ma dopo poco la ripetitività prende il sopravvento. La mancanza di un sistema paragonabile all'iMuse rende l'accompagnamento sonoro inevitabilmente ed evidentemente statico, ma c'è poco da fare.
In definitiva un titolo molto buono, a parer mio non all'altezza degli standard LucasArts (ma quelli ci viziavano), ma comunque godibilissimo. A patto di avere fiducia e tenere duro nelle fasi iniziali.

Devo ammettere che il primo impatto non è stato dei migliori: un breve filmato iniziale, qualche momento per impratichirsi con l'interfaccia di gioco, e poi subito nelle tortuose vie del villaggio, per non parlare del labirintico (odio i labirinti) bosco circostante con le sue decine di stanze che sembrano non portare da nessuna parte. Pochi minuti dall'avvio, e già mi trovavo nella tipica situazione delle vecchie avventure, provando nervosamente ogni possibile combinazione tra i vari oggetti nella speranza di avanzare di qualche piccolo passo nel gioco. Situazione tipica, sì, ma che solitamente avviene molto più in là nel gioco.
Poi lentamente ho ingranato (ammetto di aver sbirciato due volte le soluzioni) ed ora credo di essere a buon punto (sono diventato ufficialmente un mago!).
Intendiamoci, il gioco non è male. I fondali sono tra i migliori che io abbia mai visto nei giochi di quel periodo (gli ambienti naturali in particolar modo sono magnifici) e questo è probabilmente l'aspetto dove il gioco mostra maggiormente le sue capacità. La storia, seppur non particolarmente approfondita, diverte e lo stesso fanno i personaggi e l'ambientazione fantasy tra il serio e la parodia. Il gioco è condito dal tipico humor che caratterizzava anche i giochi della Lucas di quel periodo, ma il tutto è filtrato dal particolare gusto inglese che, bisogna ammetterlo, non è per tutti. L'interfaccia è quanto di più simile allo Scumm ci possa essere, se non fosse che il numero di verbi è stato inutilmente aumentato e di tanto in tanto si riscontri una certa legnosità nell'impartire i comandi. Gli oggetti cliccabili sparsi per le stanze spesso hanno degli hotspot associati un po' troppo piccoli e questo costringe ad una caccia all'oggetto non sempre piacevole. Una combinazione di tasti viene in aiuto del giocatore e permette di evidenziare tutte le aree cliccabili segnalandole con degli asterischi: alla lunga si finisce per utilizzare questo metodo ogni volta che si entra in una nuova stanza. Altra pecca, o comunque caratteristica che può risultare fastidiosa, è la presenza di uscite non sempre chiare da una stanza (a volte anche quattro o cinque) verso la successiva: capita abbastanza spesso di provare a portare il personaggio verso il bordo dello schermo nel tentativo di capire se "si può uscire anche di lì". Le musiche svolgono il loro compito, ma a mezzo servizio: qualche buon brano, ma dopo poco la ripetitività prende il sopravvento. La mancanza di un sistema paragonabile all'iMuse rende l'accompagnamento sonoro inevitabilmente ed evidentemente statico, ma c'è poco da fare.
In definitiva un titolo molto buono, a parer mio non all'altezza degli standard LucasArts (ma quelli ci viziavano), ma comunque godibilissimo. A patto di avere fiducia e tenere duro nelle fasi iniziali.