[Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Qui sono raccolti i topic sulle traduzioni effettuate dagli utenti di questa community. Questa area permetterà ai nostri traduttori di effettuare tutte le manovre necessarie per lavorare. Le traduzioni terminate saranno spostate in Traduzioni Completate

Moderatore: Bucanieri Dei Caraibi

Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Perche tu!" scattò improvvisamente il governatore, delle macchie rosse si allargavano sulle sue guance. "Potrai pensarci su mentre sei in carcere ad aspettare LeChuck che ti venga a prendere. Portalo via!"

La guardia, prendendo questa frase come spunto, salutò. "Sì, signore, governatore Phatt! Andiamo, mammoletta." Prese Guybrush per un braccio e lo scortò fuori.

"Tornerò!" gridò Guybrush con aria di sfida, mentre veniva tirato attraverso la porta.

La prigione della città di Phatt era piccola - c'erano solo due celle. Queste, però, eeano state costruite con robuste pietre e sbarre d'acciaio. Guybrush venne messo in una di queste celle. La guardia chiuse la porta e girò la chiave.

"Non cercare di fuggire", avvertì. "Walt sbranerá a morsi." Walt era il piccolo beagle, marrone e bianco che si mise sull'attenti accanto alla porta che conduceva fuori. La guardia si avvicinò a Walt e abbassò lo sguardo. "OK Walt, torno a darti il cambio alle undici," disse, prima di andarsene.

Sembrava proprio che Guybrush avrebbe avuto un sacco di tempo per esaminare nei minimi dettagli ciò che lo circondava. Si sedette sul materasso duro come la roccia per pensare.

Il materasso era molto scomodo. Guybrush lo sollevò fino a rivelare un lungo bastone che era incastrato sotto di esso. Lo tirò fuori e lo gettò a terra. Si sedette di nuovo.

Notò che nella cella accanto alla sua c'era uno scheletro, ovviamente, o era un detenuto morto a causa della sua permanenza in prigione o era un esempio di dieta andato terribilmente storto. La vista dello scheletro non diede a Guybrush molta speranza.

In un angolo vicino all'uscita c'era un alto armadio/scaffale. In esso c'era una grande busta gialla, contenente tutti i suoi beni. Se fosse riuscito a raggiungerla... non sarebbe stato in grado di fuggire, ma si sarebbe sentito un po' meglio. Guardando i suoi beni, tuttavia, gli venne un'idea che sembrava provenire da Walt.

Walt teneva delle chiavi in ​​bocca.

Guybrush trasse rapidamente il respiro, e si inginocchiò a bordo della sua cella. "Qui, ragazzo", disse a bassa voce, per quanto possibile.

Da parte di Walt non ci fu alcun movimento.

Guybrush batté delicatamente il bastone contro le sbarre della cella.

Walt rimase immobile.

Guybrush non aveva intenzione di rinunciare. In un modo o nell'altro, avrebbe fatto in modo che Walt si avvicinasse. E ora, guardando il prigioniero morto, ebbe una nuova idea su come fare.

Con il suo bastone, Guybrush raggiunse la gamba del detenuto, essendo quello l'arto più vicino. Lentamente lo trascinò lungo il pavimento, prima di essere in grado di raggiungerlo e raccoglierlo. Ora attraversò la sua cella fino a Walt, e agitò l'osso tra le sbarre. Fischiò dolcemente.

"Qui cagnolino, qui ragazzo..."

Walt, alla fine, arrivò. Raggiunse le sbarre, lasciò cadere le chiavi ricoperte di saliva e con gratitudine prese l'osso. Con l'osso al sicuro in bocca Walt si voltò e corse fuori alla luce del sole.

Guybrush prese le chiavi, o, come riusciva a vedere adesso, la chiave appesa ad una grande catena.

Si adattava perfettamente alla porta della cella. La porta della cella si aprì, e il suono di una cerniera arrugginita non aveva mai suonato così bene. Guybrush fece qualche passo, e andò a raccogliere la sua roba.

Accanto alla sua busta ce ne era un altra, di dimensioni simili alla busta gialla con i suoi beni. Questa era segnata come proprietà di un certo signor Willy Gorilla, che era stato arrestato per aver suonato suo organetto in pubblico. Curioso, Guybrush aprì la busta, trovando una banana e un organo.

Il nostro abbandonò l'organo. La banana, però, oltre a sembrare deliziosa, sarebbe potuta anche rivelarsi utile. Guybrush aveva avuto esperienze in passato con le banane, e trovarne un altra forse era un buon segno.

Guybrush tornò alla luce del sole. L'ingresso del carcere portava alla zona del molo principale, in realtà lo stesso luogo in cui Guybrush era stato arrestato. Il suo manifesto era ancora appeso al muro del carcere. Ora che aveva un po' di tempo di più, Guybrush lesse le parole in piccolo. Scoprì che era stato arrestato per l'omicidio del medico LeChuck, che era un po' ricco. Tra gli altri reati inclusi nel manifesto c'erano l'uso della stregoneria sulla persona di Largo LaGrande, il furto di capi di abbigliamento e di integratori per capelli prescritti dal medico per tale stregoneria, un furto gravissimo, una violazione di domicilio, furto senza permesso, superamento del limite consentito dalla FDA per le parti di roditori nella zuppa fatta in casa, l'evasione da un istituto penale, e la liberazione di un rettile pericoloso in una zona popolata. Era ricercato anche per essere interrogato in merito alla scomparsa di occhiali da vista.

In realtà, a quanto pareva, era stato incriminato per una lista piuttosto pesante dei reati - avrebbero potuto arrestarlo benissimo anche se LeChuck non avesse offerto denaro. E poi, cosa si aspettavano? I pirati facevano questo genere di cose.

Era stata offerta una ricompensa per qualsiasi informazione che avesse portato al suo arresto. E, infine, una riga che a Guybrush era davvero piaciuta, era da ritenersi armato e pericoloso!

"Armato e pericoloso?" disse Guybrush. "Andiamo!"

Era il momento di trovare la libreria di Phatt. Guybrush scese i gradini di cemento fino al molo, e guardò attraverso il lungomare. Lì, alla sua sinistra, c'era una grande insegna che indicava la biblioteca. Guybrush si avviò verso di essa.

Passò accanto ad un vicolo stretto alla sua sinistra. Guardò dentro e vide due persone in piedi vicino ad un grande ruota. Curioso, Guybrush prese una breve deviazione dal suo obiettivo.

Il vicolo era piccolo, ma pulito, e abbastanza luminoso. Fissata alla parete di fondo c'era una grande ruota, con delle maniglie per girarla. In piedi su una pedana rotante c'era un uomo dall'aspetto italico, con dei capelli neri, vestito elegantemente. Era il banchiere (o croupier).

Il suo cliente, o il pubblico, o qualsiasi altra cosa l'altra persona fosse, era un uomo piccolo, simile ad un roditore con un cappello e dei pantaloni di pessimo gusto (di colore verde).

Il banchiere si guardò intorno nel vicolo. "Niente più scommesse?" gridò. "Va bene, ci siamo." Con un forte strattone fece girare la ruota.

A poco a poco la ruota rallentò, fino a quando finalmente si fermò. "25 nero", lesse l'uomo che aveva fatto girare la ruota.

"Bene!" esclamò lo scommettitore.

"C'è un vincitore, signori!" si congratulò il banchiere. "Che premio vorresti?"

"Che cosa è rimasto?" chiese lo scommettitore. Era di bassa classe, con un accento nasale.

"Ci sono i soldi", disse il croupier, nel suo ruolo di banchiere e padrone di casa, "un invito a alla festa in maschera del Governatore Marley, e un pass gratuito per vedere il Circo dei Fratelli Linguine".

A Guybrush sembravano tutti degli ottimi premi. Ma quella festa in maschera del Governatore Marley prese immediatamente la sua attenzione.

"Vorrei i soldi", disse lo scommettitore.

"E denaro sia," accettò il banchiere. Infilò la mano tra le spesse pieghe del suo mantello rosso e tirò fuori una piccola borsa marrone. Lo scommettitore la prese istantaneamente e se la infilò nelle tasche dei pantaloni. Quella scomparve subito.

Guybrush pensò che avrebbe potuto tentare la fortuna alla roulette. Si fece avanti, e si rivolse al croupier. "Salve."

"Come va'?", Rispose allegramente il banchiere.

Guybrush non aveva mai giocato prima, ed era un po' insicuro riguardo alle regole. "Puoi spiegarmi come funziona questo gioco?" gli chiese.

"Certo! È facile. Basta che mi dici quale numero vuoi, ed io girerò la ruota. Se il tuo numero esce, avrai vinto!"

"Sembra semplice. Su quali numeri posso scommettere?"

"Da uno a trentadue, rosso o nero."

Guybrush annuì. "Vengono a giocare molte persone qui?" chiese.

"Un sacco di gente viene a giocare quando abbiamo molti premi", disse il croupier con orgoglio. "Ma oggi abbiamo quasi finito. Hanno lasciato solo tre premi."

"Quali premi ti sono rimasti?" domandò Guybrush. Sperava che l'invito non fosse stato preso.

"Un pass gratuito per il Circo dei Fratelli Linguine, un invito alla festa in maschera del Governatore Marley e, naturalmente, il denaro. Sessanta pezzi da otto per ogni scommessa!"

"Wow!" esclamò Guybrush. In un angolo del suo occhio, poteva vedere tornare lo scommettitore con i pantaloni verdi. Beh, peggio per lui, perché Guybrush stava per puntare. "Mi piacerebbe fare una scommessa", disse al banchiere.

"Le scommesse costano denaro, ragazzo", disse il croupier. "Un pezzo da otto per ogni scommessa."

"Oh si," esclamò Guybrush. Porse un pezzo da otto al banchiere, che lo prese subito.

"OK ragazzo", disse il banchiere, "che numero vuoi?"

Guybrush aveva un buon presentimento sul 7 nero, così diede quel numero al croupier.

Il banchiere annuì, e girò subito la ruota. Guybrush fissò il disco rotante, i suoi pioli passavano a un ritmo furioso. A poco a poco rallentò.

La ruota infine si fermò sul 6 nero. "Peccato!" disse dispiaciuto il croupier. "La prossima volta sarai più fortunato."
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Grazie comunque", disse Guybrush. Odiava perdere, e la simpatia del croupier lo aiutò solo marginalmente. Sarebbe potuto rimanere lì per un momento, perso nei suoi pensieri, ma lo scommettitore fece irruzione e lo guardò accigliato.

"Scusami, amico."

Guybrush si spostò di lato, mentre lo scommettitore disse di voler fare un'altra puntata - questa volta scelse il tredici rosso.

Per un momento Guybrush rimase fermo, volendo vedere qualcun altro fallire a quel gioco, poi si voltò e si avviò lungo il vicolo, di nuovo alla luce del sole.

La biblioteca era alla porta successiva. Guybrush spinse la porta per aprirla, veloce all'inizio, ma più lentamente quando sentì il rumore delle cerniere risuonare dall'interno.

Guybrush entrò nell'offuscato e polveroso ingresso della biblioteca.

Era vuota. E stracolma di libri. Erano accatastati in cima a cataloghi cartacei, stipati sugli scaffali dal pavimento al soffitto e allineati lungo ogni spazio disponibile nel muro La libreria dell'isola di Phatt era una di quelle librerie che conteneva così tanti libri all'interno di uno spazio piccolissimo, che si era in grave pericolo di distorcere il tessuto dello spazio-tempo così da creare un accesso nello Spazio-L. Guybrush sapeva, senza nemmeno provare, che si sarebbe irrimediabilmente perso nelle vie, negli archi strette e lungo le piccole alcove sparse in quel mondo.

Per fortuna, la scrivania principale era visibile, e seduta dietro di essa c'era una donna dall'aspetto severo che indossa un paio di grandi occhiali. Aveva i capelli grigi legati stretti in una crocchia, e stava annotando qualcosa con la massima concentrazione.

Stava cominciando ad avviarsi verso di lei, ma, ad un tratto, Guybrush notò un piccolo modellino su un tavolo vicino alla porta - l'unico spazio libero non occupato da un libro. Sembrava un modellino di un faro, costruito su un modello in scala del porto di Phatt. Guardandolo con curiosità, Guybrush si avvicinò alla scrivania principale.

"Mi scusi", disse Guybrush.

La bibliotecaria si voltò, con un'espressione di disapprovazione sul suo volto. "Sssshhhh!" sibilò, spostandosi gli occhiali per dare enfasi. "Questa è una libreria! Sussurra!" Si rimise gli occhiali. "Ora, che cosa c'è?"

"Perché avete un modellino di un faro qui?" sussurrò Guybrush.

"C'è un nuovo faro in costruzione in città", spiegò la bibliotecaria. "Si tratta di un modello in scala simile a quello da costruire."

Guybrush guardò di nuovo il modellino. Era molto interessante, per essere un faro. «Perché avete bisogno di un faro?" chiese.

"Siamo stanchi di ricostruire il molo ogni volta che una nave ci sbatte contro," spiegò la bibliotecaria. "Ecco perché deve essere molto luminoso. Avrà le lenti di ingrandimento più potenti dei Caraibi. Te lo potrei dimostrare con il modellino, ma purtroppo la lampadina si è bruciata."

Questo era il punto in cui Guybrush voleva arrivare. "Sto cercando un libro", disse.

"Hai una tessera della biblioteca?" chiese la bibliotecaria.

"No, come faccio ad averne una?"

"Ho bisogno di alcune informazioni personali." La bibliotecaria frugò sulla scrivania, trovò un piccolo notes, e prese una penna. "Nome?"

"Guybrush Threepwood."

"Indirizzo?"

"1060 occidentale Addison."

"Età?"

"Diciann - uh - ventuno."

"Occupazione?"

"Consulente."

"vizi?"

"Attraverso senza guardare."

"Si vede." La bibliotecaria scrisse alcune note, quindi compilò una piccola scheda rettangolare. "Bene, la tua tessera della biblioteca verrà inviata all'indirizzo che mi hai dato. Nel frattempo, puoi utilizzare questa carta provvisoria." Gli porse la scheda con i suoi dati personali. "Puoi sempre prelevare i libri dalla biblioteca, ma solo quattro alla volta."

"Questo è il numero dei titoli che posso ricordare in ogni caso", disse Guybrush provando ad essere spiritoso.

La bibliotecaria lo scrutò di sbieco. «Che libro stai cercando?"

"Non lo so, che cosa avete?"

Guybrush ottenne così la sua seconda occhiata di disapprovazione. "Ti aspetti che ricordi il nome di ogni libro nella biblioteca?" chiese la bibliotecaria. "Usa il catalogo a schede come una persona normale." Indicò un enorme armadio vicino alla porta d'ingresso. Poi tornò al suo lavoro d'ufficio.

Il nostro si avvicinò al catalogo a schede. Grande e imponente, furono le prime due parole a venirgli in mente. Le prossime sarebbero state Big e Whoop. Questo era quello che cercava, e quindi avrebbe dovuto iniziare da lì la sua ricerca.

Guybrush aprì il cassetto contrassegnato con le lettere AB. In un primo momento, non sembrò avere molta fortuna, anche se la sezione biografie era interessante - "La volta in cui feci esplodere LeChuck" di Guybrush Threepwood, un libro che non ricordava assolutamente di aver scritto, "Lecca il cucchiaio d'argento," di L. Phatt, "Entrambe le teste vuote", la storia dei Fratelli Fettucini, "Entrambe le mani in movimento," la storia di Stan, "Entrambe le mani vuote", la storia di Herman Toothrot. C'era una sezione di intrattenimento per adulti, contenente il testo "Zelda Carbonchio dice tutto", memorie di una donna dai gusti dubbi. La sezione di archeologia era rappresentata dal testo "Il punto non è mai indicato con una X", di un certo I. Jones. Infine, Guybrush trovò una sezione intitolata "Big Whoop": Vedere tesoro.

Guybrush chiuse il cassetto AB e aprì il cassetto TU. Le selezioni qui erano ugualmente curiose. La voce UNDERWEAR era rappresentata da "Scarpe con la zeppa: Un'innocuo divertimento o una tortura sadica?" La sezione Trilogie conteneva tre libri da Simon Finkleberth - "Perché la gente non dovrebbe scrivere Trilogie", "Perché la gente non leggerà Trilogie", e "Perché la gente Scrive Trilogie" Comunque. Alla fine Guybrush trovò la sezione del tesoro, e per sua delusione c'era solo quella del libro dal titolo. "Big Whoop: Grande tesoro o solo un mito" - e lui lo aveva già.

Guybrush era momentaneamente a corto di idee. Poi si ricordò che uno dei quattro pirati era annegato in mare. Forse ci sarebbe potuta essere una sezione sui naufragi. Aprì il cassetto S, e si mise a guardare sotto la voce sciagure marittime, così una voce del catalogo lo rimandò alla voce disastri navali.

Guybrush aprì a questo punto il cassetto contrassegnato con le lettere CD. Si mise a cercare furiosamente tra le carte, ma si accorse che veniva sempre distratto da tutti i grandi libri in offerta. C'era la sezione Cannibalismo - "Come servire il vostro amico" di Lemonhead. C'era la voce Circo - "La meravigliosa avventura di Alfredo e Bill", e "Maledetto l'uomo cannone", l'origine del trucco della palla di cannone umana. (Guybrush avrebbe voluto averne una copia l'ultima volta che era stato sull'isola di Melee). I classici erano anche troppi, con, ad'esempio il libro "Grandi espettorazioni", del capitano Loogie.

Alla fine raggiunse la voce: Disastri. Il volume indicato era "Grandi naufragi del nostro secolo", un libro della serie rilegati in calce

Guybrush memorizzò il titolo. Poi si avvicinò alla scrivania, e chiese alla bibliotecaria se avessero "Grandi naufragi del nostro secolo". La bibliotecaria uscì da dietro la scrivania, e il primo pensiero di Guybrush fu che era una donna davvero bassa. Poi si rese conto che era seduta su una sedia girevole e spingendola si stostava lungo il pavimento in legno.

La sedia, con dei piccoli cigolii, scomparve dietro uno stretto passaggio. Pochi secondi dopo emerse, con la bibliotecaria che teneva un piccolo libro blu. Lo posò sulla scrivania, e Guybrush la ringraziò.

"Ricorda, il silenzio è d'oro", disse la bibliotecaria.

Tornò al catalogo a schede e iniziò a cercare a caso, sperando di trovare qualcosa. Il cassetto PQR era interessante - erano presenti le sezioni Pensieri, Razzie, Riferimenti, Poderi, e una grande sezione di Romanzi rosa con i testi tutti scritti da un certo Melanie Leary e con titoli come La persistente presenza dell'amore, Il residuo romantico, Ultimo impeto di fascino, Canto del cigno del peccato, Il giallo desiderio del passato, ecc ecc. Con una sola eccezione, c'era un volume chiamato "Quasi nulla," - scritto da E. Marley - "un resoconto del tempo passato con Guybrush Threepwood". Guybrush aveva una vaga idea di quello che avrebbe potuto contenere.

"Se non sai dire qualcosa di bello allora non dovresti dire niente," mormorò. "Ancor meno scrivere un libro intero."

Nel resto dell'archivio non c'erano titoli migliori. Trovò alcune strane gemme come "L'opulescenza come arte sociale", di L. Phatt, "Presto verrai giustiziato... decine di cose da dire sulla forca", nella sezione humor sul patibolo, "La maglietta non mi copre la schiena", di Lady Godiva, "Pene popolari per gravi furti", "Hal Barwood su Monkey 2" (e via così, ragazzi! non si può rendere bello ciò che è brutto), e un'intera sezione sul fantasma pirata LeChuck, a quanto pareva scritta da Guybrush Threepwood (doveva essere addormentato mentre la scriveva). I critici sembravano d'accordo e ogni titolo - "Perché ho fatto esplodere LeChuck", "Dove ho fatto esplodere LeChuck", e "Quando ho fatto esplodere LeChuck" - veniva indicato come uno dei libri peggiori scritti da Guybrush.

Guybrush non si sentiva di contraddirli, perché probabilmente avevano ragione.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Grazie comunque", disse Guybrush. Odiava perdere, e la simpatia del croupier lo aiutò solo marginalmente. Sarebbe potuto rimanere lì per un momento, perso nei suoi pensieri, ma lo scommettitore fece irruzione e lo guardò accigliato.

"Scusami, amico."

Guybrush si spostò di lato, mentre lo scommettitore disse di voler fare un'altra puntata - questa volta scelse il tredici rosso.

Per un momento Guybrush rimase fermo, volendo vedere qualcun altro fallire a quel gioco, poi si voltò e si avviò lungo il vicolo, di nuovo alla luce del sole.

La biblioteca era alla porta successiva. Guybrush spinse la porta per aprirla, veloce all'inizio, ma più lentamente quando sentì il rumore delle cerniere risuonare dall'interno.

Guybrush entrò nell'offuscato e polveroso ingresso della biblioteca.

Era vuota. E stracolma di libri. Erano accatastati in cima a cataloghi cartacei, stipati sugli scaffali dal pavimento al soffitto e allineati lungo ogni spazio disponibile nel muro La libreria dell'isola di Phatt era una di quelle librerie che conteneva così tanti libri all'interno di uno spazio piccolissimo, che si era in grave pericolo di distorcere il tessuto dello spazio-tempo così da creare un accesso nello Spazio-L. Guybrush sapeva, senza nemmeno provare, che si sarebbe irrimediabilmente perso nelle vie, negli archi strette e lungo le piccole alcove sparse in quel mondo.

Per fortuna, la scrivania principale era visibile, e seduta dietro di essa c'era una donna dall'aspetto severo che indossa un paio di grandi occhiali. Aveva i capelli grigi legati stretti in una crocchia, e stava annotando qualcosa con la massima concentrazione.

Stava cominciando ad avviarsi verso di lei, ma, ad un tratto, Guybrush notò un piccolo modellino su un tavolo vicino alla porta - l'unico spazio libero non occupato da un libro. Sembrava un modellino di un faro, costruito su un modello in scala del porto di Phatt. Guardandolo con curiosità, Guybrush si avvicinò alla scrivania principale.

"Mi scusi", disse Guybrush.

La bibliotecaria si voltò, con un'espressione di disapprovazione sul suo volto. "Sssshhhh!" sibilò, spostandosi gli occhiali per dare enfasi. "Questa è una libreria! Sussurra!" Si rimise gli occhiali. "Ora, che cosa c'è?"

"Perché avete un modellino di un faro qui?" sussurrò Guybrush.

"C'è un nuovo faro in costruzione in città", spiegò la bibliotecaria. "Si tratta di un modello in scala simile a quello da costruire."

Guybrush guardò di nuovo il modellino. Era molto interessante, per essere un faro. «Perché avete bisogno di un faro?" chiese.

"Siamo stanchi di ricostruire il molo ogni volta che una nave ci sbatte contro," spiegò la bibliotecaria. "Ecco perché deve essere molto luminoso. Avrà le lenti di ingrandimento più potenti dei Caraibi. Te lo potrei dimostrare con il modellino, ma purtroppo la lampadina si è bruciata."

Questo era il punto in cui Guybrush voleva arrivare. "Sto cercando un libro", disse.

"Hai una tessera della biblioteca?" chiese la bibliotecaria.

"No, come faccio ad averne una?"

"Ho bisogno di alcune informazioni personali." La bibliotecaria frugò sulla scrivania, trovò un piccolo notes, e prese una penna. "Nome?"

"Guybrush Threepwood."

"Indirizzo?"

"1060 occidentale Addison."

"Età?"

"Diciann - uh - ventuno."

"Occupazione?"

"Consulente."

"vizi?"

"Attraverso senza guardare."

"Si vede." La bibliotecaria scrisse alcune note, quindi compilò una piccola scheda rettangolare. "Bene, la tua tessera della biblioteca verrà inviata all'indirizzo che mi hai dato. Nel frattempo, puoi utilizzare questa carta provvisoria." Gli porse la scheda con i suoi dati personali. "Puoi sempre prelevare i libri dalla biblioteca, ma solo quattro alla volta."

"Questo è il numero dei titoli che posso ricordare in ogni caso", disse Guybrush provando ad essere spiritoso.

La bibliotecaria lo scrutò di sbieco. «Che libro stai cercando?"

"Non lo so, che cosa avete?"

Guybrush ottenne così la sua seconda occhiata di disapprovazione. "Ti aspetti che ricordi il nome di ogni libro nella biblioteca?" chiese la bibliotecaria. "Usa il catalogo a schede come una persona normale." Indicò un enorme armadio vicino alla porta d'ingresso. Poi tornò al suo lavoro d'ufficio.

Il nostro si avvicinò al catalogo a schede. Grande e imponente, furono le prime due parole a venirgli in mente. Le prossime sarebbero state Big e Whoop. Questo era quello che cercava, e quindi avrebbe dovuto iniziare da lì la sua ricerca.

Guybrush aprì il cassetto contrassegnato con le lettere AB. In un primo momento, non sembrò avere molta fortuna, anche se la sezione biografie era interessante - "La volta in cui feci esplodere LeChuck" di Guybrush Threepwood, un libro che non ricordava assolutamente di aver scritto, "Lecca il cucchiaio d'argento," di L. Phatt, "Entrambe le teste vuote", la storia dei Fratelli Fettucini, "Entrambe le mani in movimento," la storia di Stan, "Entrambe le mani vuote", la storia di Herman Toothrot. C'era una sezione di intrattenimento per adulti, contenente il testo "Zelda Carbonchio dice tutto", memorie di una donna dai gusti dubbi. La sezione di archeologia era rappresentata dal testo "Il punto non è mai indicato con una X", di un certo I. Jones. Infine, Guybrush trovò una sezione intitolata "Big Whoop": Vedere tesoro.

Guybrush chiuse il cassetto AB e aprì il cassetto TU. Le selezioni qui erano ugualmente curiose. La voce UNDERWEAR era rappresentata da "Scarpe con la zeppa: Un'innocuo divertimento o una tortura sadica?" La sezione Trilogie conteneva tre libri da Simon Finkleberth - "Perché la gente non dovrebbe scrivere Trilogie", "Perché la gente non leggerà Trilogie", e "Perché la gente Scrive Trilogie" Comunque. Alla fine Guybrush trovò la sezione del tesoro, e per sua delusione c'era solo quella del libro dal titolo. "Big Whoop: Grande tesoro o solo un mito" - e lui lo aveva già.

Guybrush era momentaneamente a corto di idee. Poi si ricordò che uno dei quattro pirati era annegato in mare. Forse ci sarebbe potuta essere una sezione sui naufragi. Aprì il cassetto S, e si mise a guardare sotto la voce sciagure marittime, così una voce del catalogo lo rimandò alla voce disastri navali.

Guybrush aprì a questo punto il cassetto contrassegnato con le lettere CD. Si mise a cercare furiosamente tra le carte, ma si accorse che veniva sempre distratto da tutti i grandi libri in offerta. C'era la sezione Cannibalismo - "Come servire il vostro amico" di Lemonhead. C'era la voce Circo - "La meravigliosa avventura di Alfredo e Bill", e "Maledetto l'uomo cannone", l'origine del trucco della palla di cannone umana. (Guybrush avrebbe voluto averne una copia l'ultima volta che era stato sull'isola di Melee). I classici erano anche troppi, con, ad'esempio il libro "Grandi espettorazioni", del capitano Loogie.

Alla fine raggiunse la voce: Disastri. Il volume indicato era "Grandi naufragi del nostro secolo", un libro della serie rilegati in calce

Guybrush memorizzò il titolo. Poi si avvicinò alla scrivania, e chiese alla bibliotecaria se avessero "Grandi naufragi del nostro secolo". La bibliotecaria uscì da dietro la scrivania, e il primo pensiero di Guybrush fu che era una donna davvero bassa. Poi si rese conto che era seduta su una sedia girevole e spingendola si stostava lungo il pavimento in legno.

La sedia, con dei piccoli cigolii, scomparve dietro uno stretto passaggio. Pochi secondi dopo emerse, con la bibliotecaria che teneva un piccolo libro blu. Lo posò sulla scrivania, e Guybrush la ringraziò.

"Ricorda, il silenzio è d'oro", disse la bibliotecaria.

Tornò al catalogo a schede e iniziò a cercare a caso, sperando di trovare qualcosa. Il cassetto PQR era interessante - erano presenti le sezioni Pensieri, Razzie, Riferimenti, Poderi, e una grande sezione di Romanzi rosa con i testi tutti scritti da un certo Melanie Leary e con titoli come La persistente presenza dell'amore, Il residuo romantico, Ultimo impeto di fascino, Canto del cigno del peccato, Il giallo desiderio del passato, ecc ecc. Con una sola eccezione, c'era un volume chiamato "Quasi nulla," - scritto da E. Marley - "un resoconto del tempo passato con Guybrush Threepwood". Guybrush aveva una vaga idea di quello che avrebbe potuto contenere.

"Se non sai dire qualcosa di bello allora non dovresti dire niente," mormorò. "Ancor meno scrivere un libro intero."

Nel resto dell'archivio non c'erano titoli migliori. Trovò alcune strane gemme come "L'opulescenza come arte sociale", di L. Phatt, "Presto verrai giustiziato... decine di cose da dire sulla forca", nella sezione humor sul patibolo, "La maglietta non mi copre la schiena", di Lady Godiva, "Pene popolari per gravi furti", "Hal Barwood su Monkey 2" (e via così, ragazzi! non si può rendere bello ciò che è brutto), e un'intera sezione sul fantasma pirata LeChuck, a quanto pareva scritta da Guybrush Threepwood (doveva essere addormentato mentre la scriveva). I critici sembravano d'accordo e ogni titolo - "Perché ho fatto esplodere LeChuck", "Dove ho fatto esplodere LeChuck", e "Quando ho fatto esplodere LeChuck" - veniva indicato come uno dei libri peggiori scritti da Guybrush.

Guybrush non si sentiva di contraddirli, perché probabilmente avevano ragione.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Alla fine vide qualcosa di interessante. Storia: Vedere Isola di Scabb. Guybrush si diresse nella seziine dedicata all'isola di Scabb e trovò il titolo "Storia dell'Isola di Scabb". Chiese alla bibliotecaria di quel testo e, in men che non si dica ricevette un sottile tomo. Diede una rapida occhiata ai capitoli principali e scoprì che l'Isola di Scabb era stata utilizzata come isola di quarantena per le malattie della pelle. In seguito divenne un rifugio per i pirati a causa della sua caratteristica mancanza di organi di controllo.

L'utilità di quel libro fu solo questa. Guybrush iniziò a lasciare la biblioteca - sembrava che avrebbe potuto ottenere qualche informazione in più sul campo, prima di trovarla lì.

Si fermò davanti al modellino faro. Si chinò, e guardò nella sua cima. Al suo interno c'era una piccola lente da faro, a quanto pareva era una delle più potenti lenti di ingrandimento a disposizione, secondo la bibliotecaria. A Guybrush sembrava avere una dimensione molto familiare.

La bibliotecaria era occupata con i suoi libri. Rapidamente Guybrush sollevò la cima del faro, e prese la lente. La infilò in tasca e si diresse con disinvoltura fuori.

Si diresse verso il lungomare. La lente sarebbe stata un bel regalo per Wally, che probabilmente stava tastando il suo tavolo cercando di vedere qualcosa. La coscienza di Guybrush non era stata esattamente turbata dalle sue azioni del passato, ma quando un'opportunità del genere si fosse presentata, sarebbe stato stupido non coglierla.

Le case che passavano alla sua sinistra erano tristi, edifici in mattoni marroni e rossi. Tra di essi c'era un altro vicolo scuro. Ricordando l'esperienza interessante che Guybrush aveva avuto entrando nel primo vicolo, provò anche il secondo.

Questo lo condusse infine ad un piccolo cortile grigio con un enorme pozzanghera sul pavimento dai tubi gocciolanti e alte pile di casse accatastate. Qui c'era una porta verde davvero grande, con tanti lucchetti e una piccola fessura nella sua parte superiore, situata parecchi piedi sopra la testa di Guybrush.

Guybrush non aveva idea di cosa diavolo ci sarebbe potuto essere dietro una porta del genere, così decise di bussare.

Lo sportello sopra la sua testa si aprì. Guybrush allungò il collo, ma ciò che poteva vedere era solo uno spazio buio. «Che cosa vuoi, ragazzo?" disse una voce profonda da dietro la porta.

"Chi sei, e cosa stai facendo là dietro?" domandò Guybrush.

"Sono Bruno", disse Bruno, "e non sono affari tuoi. Sparisci."

Guybrush ebbe la sensazione che lo sportello stava per essere chiuso. "Hai mai sentito la leggenda del Grande Guybrush?" disse velocemente.

Lo slot immediatamente chiuse.

"Be', non la vuoi sentire di nuovo?"

Nessuna risposta da Bruno. Guybrush si strinse nelle spalle, e tornò verso il lungomare. Rimase assorto della vista sul mare che, se non sono venivano guardati gli edifici, non era poi così male. Uno sguardo sguardo più in profondità gli permise di notare una piccola figura, seduta sul bordo del molo lì vicino.

Guybrush si avvicinò al molo e iniziò a camminare lungo la banchina. Avvicinandosi, vide che la figura era un rotondo, ragazzo grasso di circa dodici anni, e stava pescando. Il suo abbigliamento era un po' insolito, Guybrush doveva ammetterlo - una pipa di pannocchia, un cappello grigio con i pesci cuciti su di esso e un maglione a strisce rosse e bianche.

"Preso qualcosa?" domandò Guybrush.

"Stai scherzando?" domandò il ragazzo. Aveva una voce acuta e irritante, come una sitcom per ragazzi in TV. E aveva l'atteggiamento da saputello che completava il quadro. "Ho eguagliato il mio record qualche ora fa!"

A Guybrush questo ragazoo non piaceva. "Sono Guybrush Threepwood," disse, "un grande pescatore!"

Il ragazzo prese la pipa di pannocchia dalla sua bocca, e guardò Guybrush con gli occhi spalancati, bianchi e molto sospetti. "Oh, davvero?" chiese, non credendo ad una parola.

"Sono anche l'uomo che ha catturato il famigerato LeChuck!"

Il ragazzo sbuffò, e si voltò verso il mare. "Sì, giusto. Se peschi male così male come menti, non meriti nemmeno di parlare con me."

"Io sono il miglior pescatore in queste isole!" continuò Guybrush. Il ragazzo stava per mettersi la pipa in bocca.

"Mi permetto di dissentire: Sono io il migliore pescatore in queste isole", disse il ragazzo con tono arrogante.

Guybrush guardò a bocca aperta il ragazzo. "Tu?" sbottò, riuscendo a sembrare la persona più stupita del mondo. "Tu non riusciresti a scoprire un apertura in un sacchetto di carta. Tu non riusciresti a prendere un raffreddore in una bufera di neve. Tu non riusciresti neanche ad ordinare un pesce in un ristorante."
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Che cosa?" disse il ragazzo. Allungò le braccia per dare un'indicazione approssimativa di una dimensione. "Il luccio che ho preso fa sembrare l'Everest un formicaio." Guardò il mare con soddisfazione. "Ecco perché sono conosciuto come 'L'acchiappa Cernie'."

"Vorrai dire 'L'acchiappa Cerniere'," replicò Guybrush, che non aveva intenzione di arrendersi. "I pesci che prendi sono così piccoli che ti servono le pinzette per ributtarli in acqua".

Il ragazzo lo guardò, momentaneamente senza parole. C'era un leggero luccichio nei suoi occhi. "Ascolta vermetto", sbottò alla fine: «Sono io il migliore da queste parti e basta."

C'erano molti modi di rispondere in questo caso, e Guybrush li provò tutti. «Non se le tue esche sono brutte quanto te", disse Guybrush. "O se i tuoi ami sono spuntati come il tuo umorismo, o se il tuo mulinello è arrugginito come il tuo cervello, o se la tua esca è piccola come la tua statura, o se la tua lenza è debole come le tue battute. Non sulla tua vita, faccia di pesce martello."

"Forse ti piacerebbe fare una piccola scommessa, eh, signor pescatore?" suggerì il ragazzo.

Guybrush sapeva cosa fare - non mostrare alcun segno di insicurezza. "Certo, accetto la scommessa", disse fiducioso.

Il ragazzo ridacchiò. "Lascia che prima ti dica quello che avevo in mente." Si tolse di nuovo la pipa dalla bocca e guardò seriamente Guybrush. "Se riesci a prendere un pesce più grande di quello che prenderò io, ti darò la mia pluripremiata canna".

La canna in questione era nella sua mano sinistra, e in effetti sembrava un modello abbastanza buono. "Dì addio alla tua canna da pesca", disse Guybrush.

"Se io prendo un pesce più grande del tuo, tu dovrai mangiarlo. Crudo". Il ragazzo sorrise a Guybrush.

Guybrush deglutì, facendo nel frattempo, del suo meglio per mantenere un volto fiducioso. "Vuoi dire, con del riso, con un po' di wasabe e salsa di soia?"

"No. Crudo, freddo, e con la testa ancora attaccata." Guardò intensamente Guybrush. "Che ne dici?"

A Guybrush l'idea di mangiare pesce crudo non piaceva. Ma non vedeva l'ora di vedere l'espressione sul volto di quel ragazzo quando lui avrebbe vinto. "Va bene, è una scommessa", disse.

Il viso del ragazzo si illuminò - anche lui non vedeva l'ora dell'epilogo. "Fantastico! Non vedo l'ora di farti mangiare la mia preda." Guardò verso il mare. "Con tutti i rifiuti che provengono dal palazzo del governatore Phatt, il pesce da queste parti di solito è veramente schifoso. Non mangio mai ciò che pesco, lo vendo semplicemente ai ristoranti. Buona pesca, amico. Eh eh eh."

Guybrush cercò di pensare a un insulto di addio, ma non ci riuscì, e dovette accontentarsi di girare sui tacchi e camminare elegantemente via.

Raggiunse ben presto la fine della banchina. Il percorso ora proseguiva verso la terraferma, passando attraverso fitte foreste di boschi e gole scavate dalla pioggia. Guybrush si ritrovò presto a consultare la mappa di Dread.

Phatt era un'isola dalla forma irregolare, con i porti principali nella zona nord e la residenza del governatore a sud. C'era una piccola isola triangolare al largo della costa nord-occidentale, separata da uno stretto braccio di mare. Se il signor Rogers si era ritirato al largo della costa dell'isola di Phatt, quello era l'unico posto dove sarebbe potuto andare.

L'obiettivo non era molto chiaro, ma almeno Guybrush ne conosceva la sua direzione generale. Il problema sarebbe stato come raggiungere l'isola.

Per qualche tempo camminò verso ovest, seguendo un corso d'acqua di dimensioni ragionevoli, prima di arrivare ad una cascata. L'acqua scendeva verso il basso su più livelli di roccia, in modo rumoroso ma pittoresco.

Eppure, c'era qualcosa di strano negli schizzi - una falsa qualità d'eco. Guybrush raccolse un sasso e lo gettò verso la cortina d'acqua nel suo punto più basso. Nessun suono di roccia contro la parete di roccia. Nessun suono di atterraggio del sasso in un bacino d'acqua. Niente di niente.

Avrebbe potuto sbagliarsi, ma Guybrush avrebbe giurato che c'era un tunnel dietro la cascata. E se ci fosse stato un tunnel là dietro, sarebbe andato esattamente nella direzione giusta per portarlo sotto il braccio di mare. Ma non c'era nessun modo di provare la sua teoria con tutta quell'acqua che scendeva.

Guybrush tornò indietro e prese il sentiero che portava alla cima della cascata. Andò a destra e a sinistra per qualche tempo, prima di arrivare a un pianoro sul fiume.

Qui c'era qualcosa di strano e di colore argento metallizzato - una pompa.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Guybrush guardò più attentamente. Quella cosa aveva indicatori e quadranti, e anche se Guybrush non poteva riconoscere i simboli di accensione o spegnimento, sembrava essere accesa. A intervalli irregolari, dalla pompa veniva un rumore sibilante e un fischio.

C'era solo un modo per Guybrush di venire a capo di quel rebus. Nella parte inferiore della pompa c'era una grande ruota rossa. Era girata in senso orario - l'indicatore segnava completamente aperta. Guybrush cercò di ruotarla per chiuderla ma la ruota rifiutò di muoversi. Aveva bisogno di una chiave inglese per poter chiudere quella valvola arrugginita.

Il Capitano Dread, che aspettava pazientemente nel Jolly Rasta, vide tornare Guybrush venti minuti più tardi. Guybrush salì a bordo e si sedette sul ponte.

"Dove vuoi andare, amico?" chiese Dread, tenendo il monocolo di Wally in mano.

"Sull'isola di Booty", disse Guybrush. Era giunto il momento di cercare fortuna altrove.

"OK, amico". Il Capitano Dread gettò via gli ormeggi, e presto furono al largo fuori dal porto e in mare.

Forse avrebbe avuto più fortuna sull'isola di Booty.

Arrivarono sull'isola di Booty la mattina stessa solo un'ora più tardi, ma era ancora piuttosto presto. Le isole di Booty e di Phatt erano davvero molto vicine l'una all'altra, così che spostarsi tra loro era molto facile.

L'isola di Booty, così come quella di Phatt, aveva una forma piuttosto irregolare. Tuttavia, era tutta in un unico pezzo. La villa del Governatore (la villa di Elaine, si corresse) era nell'angolo nord-occidentale dell'isola, e su una piccola penisola separata dall'isola principale mediante una stretta lingua.

Il porto principale, in cui Dread aveva attraccato, era leggermente più vivo di quelli dell'isola di Phatt, ma non molto. In contrasto con l'isola di Phatt, dove l'elemento centrale attorno al quale tutti gli edifici erano costruiti era il lungomare, qui tutte le abitazioni e i negozi si trovavano attorno un austera piazza di fronte al molo.

La casa più vicina era stata costruita proprio sul margine del pontile, sulla secca. Guybrush ci andò e aprì la porta. Entrò.

Ancor prima di fare qualche passo all'interno dell'edificio, seppe già dove si trovava. Un negozio di antiquariato, anche se uno con un assortimento di oggetti molto strani. Un uomo allego con dei folti capelli rossi, una cospicua barba e cappello rosso a tre punte lo salutò da dietro il bancone. Poteva dare un parere su qualsiasi cosa Guybrush guardasse.

"Quello è un vero e proprio clacson da nave proprio come quello utilizzato sulle navi moderne", disse a Guybrush mentre lui osservava un piccolo corno appeso al muro. Aveva una voce entusiasta come un cantore. Guybrush si guardò intorno e vide una pila di cappelli pirata. "Ti starebbe bene uno di quelli", disse l'antiquario con tono incoraggiante. "E sono fantastici per le feste."

"Hai un bel negozio qui", disse Guybrush.

"Grazie. Sono orgoglioso della qualità della mia merce. Vendo soltanto i più bei cimeli dei pirati. Anche le permute sono di prima classe. E ti offro sempre dei buoni affari."

"Come puoi permettertelo?"

"La quantità della merce."

Accanto ai cappelli pirata c'era un'ancora, "ergonomicamente formulata per migliorare il potere di arresto." Vicino a questa c'era un segnale stradale di curva a sinistra, "che ho preso dalla famosa Strada-con-vista-sul-Precipizio."

"Non ne ho mai sentito parlare", disse Guybrush.

"Ora la chiamano Salto-dell'Uomo-Morto."

Le scelte possibili erano davvero tante. Teschi decomposti - "Quelle sono riproduzioni in scala di autentici teschi in decomposizione sbiancati al sole come un fanone di balena. C'è anche un po' di pelle flaccida appesa su di essi." La frusta di Indy™ - "Questa è la vera frusta, quella vista in 'I predatori dell'arca perduta', 'Il tempio maledetto', 'L'ultima crociata' e 'Gli ultimi racconti!'". Un enorme maschera - "Sembrava Spiffy - La cruna dell'ago."

L'ampia possibilità di scelta aveva suscitato l'interesse di Guybrush. Forse ci sarebbe potuto essere qualcosa di utilite.

Abbassò lo sguardo e vide una cassa del tesoro sul pavimento. "Si dice", disse il commerciante con tono servile "che l'infame Barbaverde l'abbia vinta da Long John Cooper in una partita di poker. Peccato che è vuota." Accanto c'era una gamba di legno che, nel suo design sembrava familiare. "È stata fatta a mano da un mio caro amico su un'altra isola." E una vecchia sega ben lucidata. "Ho trovato quella bellezza in fondo al mare. Però l'ho lucidata davvero bene."
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
C'era dell'altro oltre alle semplici cose da pirata. Un enorme timoniere nascosto in un angolo inutilizzato. "L'ho avuto in regalo da un uomo che ho salvato un paio di anni fa", disse il rivenditore. "Non ho bisogno di una ruota, ma un buon giro ne merita un altro". Li vicino erano stati accatastati un buon numero di cannoni neri di dimensioni medie. "Quello è un cannone triplo Marco VII 'Il Devastatore'", disse il commerciante. "Se solo avessero pensato di farci un buco per la miccia."

Ma alcuni degli oggetti rasentavano il ridicolo. Un dipinto su pergamena di una balena, per esempio. "Questa è la leggendaria balena bianca. Mai catturata, tranne che su tela."

"Ha un nome?"

"Nun lo sacciu. Forse. Forse no. Non è detto che una balena debba avere un nome."

Una ciocca di penne - "L'ho fatta col mio ultimo pappagallo faceva troppo rumore per me". Dei copricerchioni - "mi hanno detto che questi sono utilizzati come forma di baratto nei bassifondi delle città." Un piatto da collezionista di 'rock and roll' - "Quel piatto da collezione vale una fortuna."

"Wow! Lo sapevo che un giorno sarebbero diventati preziosi."

Ma ora c'era un articolo che rese tutto il resto privo di importanza. Era esposta in bella vista sul bancone, proprio accanto all'antiquario.

Un pezzo di mappa.

"Questa fa parte della mappa del tesoro Big Whoop", disse il commerciante a bassa voce. "Non so molto del pezzo di mappa, ma dovrebbe esserci un libro nella biblioteca dell'isola di Phatt che parla dell'intera mappa."

"Quanto costa il pezzo di mappa?" domandò Guybrush speranzoso.

"Il pezzo di mappa è una pergamena autentica dalla fine del secolo", disse il rivenditore. "Non riesco più a trovare cose del genere".

"Sì, ma quanto costa?"

Il commerciante pensava. "Circa sei milioni di pezzi di otto".

"Uhm ... non credo di avere quella cifra."

"Beh, ho alcune belle mappe false per meno", offrì il rivenditore.

"No, grazie", disse con fermezza Guybrush. Voleva la mappa, e nient'altro che la mappa. "Accetti carte Visa?"

"Sì, come se ne avessi una," disse il rivenditore. "Ma accetto assegni o baratti."

Qui c'era una via d'uscita per risolvere il problema. "Che tipo di baratti accetti?"

«Prendo vecchie spade, alcuni pappagalli usati, qualsiasi cosa di valore fatta in bronzo, e alcuni vecchi rottami di nave."

"Mi daresti il pezzo di mappa per una qualsiasi di quelle cose?"

«No, ma c'è una cosa che potrei barattare per il pezzo di mappa."

"Che cosa?"

Il commerciante guardò malinconicamente in mezzo a distanza. "C'èra una certa nave che affondò e mi piacerebbe avere la sua polena. Se tu prendessi la polena per me, ti darei la mappa."

Questo sembrava difficile. "Cosa mi puoi dire di questa nave?" domandò Guybrush.

"La nave era un galeone gigantesco chiamato The Mad Monkey. Nessuno sa dove è affondata e perché. Ma, la polena è considerats uno dei pezzi d'arte più favolosi. Ecco perché la voglio. Sono un collezionista di belle arti, come puoi vedere."

"Va bene", disse Guybrush. "Arrivederci." Tornò alla luce del sole. Aveva una specie di presentimento.

Guybrush tornò a bordo della Jolly Rasta e cercò tra le sue cose fino a trovare quello che cercava "Grandi naufragi del nostro secolo." Cercò rapidamente nell'indice, ed era li - The Mad Monkey.

Guybrush seguì il riferimento. In base a questa considerazione, il Mad Monkey affondò a 38N, 88W. Guybrush controllò la mappa di Dread, e riuscì a trovare che il riferimento era in una radura di mare nei pressi dell'isola di Phatt.

Tuttavia, c'era un problema. Quando ha chiamato Dread e gli ha spiegato dove sarebbero dovuti andare, Dread ha scosso la testa. "Questo è il Triangolo Proibito, amico," ha detto. "Non c'è modo di arrivarci."

Guybrush provò un posto nelle vicinanze. Scoprì che quella era la piazza Proibita. Altre zone di mare, scelte a caso, si sono stati rivelate essere il Pentagono Proibito, il Cerchio Proibito, l'Esagono Proibito, e il Trapezio Proibito.

Quando Dread disse che conosceva solo come raggiungere tre isole, non stava scherzando. Sembrava che Guybrush avrebbe dovuto trovare qualche altra nave da noleggiare se voleva andare a prendere quella polena.

Posò il libro tornò sulla terraferma. Era giunto il momento di trovare Elaine, forse lei lo avrebbe potuto aiutare.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Non appena Guybrush si incamminò verso l'entrata della cittadina, vide due persone in piedi nello spiazzale, che sembravano occupate. La prima era un vecchio minuto e raggrinzito in piedi accanto ad un cannone, sembrava rimbambito. La seconda era una singolare donna pirata, alta, vestita di verde e viola che indossava un cappello da pirata molto grande. Teneva tra le mani un mazzo di volantini e li sventolava, urlando "Crociere! Galeoni affondati! Ultimo giorno prima che io parta per l'isola di Phatt!"

Guybrush le si avvicinò. "Ciao," disse, presentandosi.

"Sono il capitano Kate Capsize." Guybrush ricordò il nome immediatamente - la donna che aveva preso l'ultima goccia del simil-grog del barista nell'isola di Scabb. "Ti va di noleggiare una nave?" continuò.

Questo fu un vero colpo di fortuna. Dalla descrizione del barista, Kate non sembrava il tipo da mettersi paura di dodecaedri ed altre figure geometriche proibite. "Faccio matrimoni, funerali, feste galleggianti, scegli."

"Potrei avere uno di quei volantini?" chiese il nostro.

"Sì, ok." Kate gliene porse uno - era fondamentalmente una grande immagine del suo viso. Il testo sottostante era piccolo e difficile da leggere. "Capsize Charters - Barca con fondo di vetro per escursioni o viaggi speciali"

"Sei la stessa Kate che ha comprato tutto il simil-grog al Bloody Lip?" domandò Guybrush mentre leggeva il foglietto illustrativo.

"Sì, e non ne ho più, quindi non chiedermelo", disse Kate.

Guybrush decise di non farlo. "Sono interessato a noleggiare una nave", disse.

"Grande!" disse Kate con entusiasmo. "Non ci sono molte persone che vogliono noleggiare una barca con il fondo trasparente da queste parti. Presto andrò sull'isola di Phatt a cercare fortuna, ma prima parliamo di grana. La mia tariffa è 6000 pezzi da otto."

Questo era, approssimativamente, trecento volte la tariffa di Dread. "Non pensi che 6000 pezzi da otto sia un po' alto?" domandò Guybrush.

"No, non credo."

"Tutto quello che ho è quattrocento pezzi da otto."

"Penso che te ne debba procurare ancora un po', eh?"

"Sto cercando il tesoro di Big Whoop", spiegò Guybrush. Questo sicuramente la avrebbe interessata.

Apparentemente, lo fece. "Sì?" lei chiese. "Quando ero primo mozzo sulla Limping Limpet siamo andati alla ricerca di Big Whoop. Avevamo sentito che era sepolto in un posto chiamato isola di Blinky. Non abbiamo trovato né l'isola né il tesoro. Il capitano alla fine morì di noia, mentre stavamo attraversando Mare dei relitti galleggianti. Spero tu sia più fortunato".

Sembrava che avesse bisogno di raccogliere più soldi prima di tornare da Kate. Guybrush sospirò, e si avvicinò al vecchio in piedi accanto al cannone. Qualcosa nella giustapposizione spaziale di questi oggetti lo attirava. Per prima cosa, Guybrush si rocordava di una storia in cui c'erano dei cannoni.

Si chiese se era carico.

Il vecchio, vestito vivacemente e allegramente, non si accorse di aver compagnia. "Salve", disse Guybrush.

L'uomo si voltò e infine vide Guybrush, o almeno quando gli occhiali da vista che indossava glielo permisero. Aveva grandi orecchini d'oro e una bandana rossa - quello era ovviamente un vecchio pirata.

Si mise qualcosa all'orecchio sinistro, qualcosa d'oro e di forma tubolare. "Sono spiacente figliuolo, non avevo preso il mio corno", disse in tono di scusa, tenendo saldamente il corno al suo posto. "Potresti ripetere?"

"Ho detto SALVE", disse Guybrush, questa volta in tono più forte. "Mi chiamo Threepwood."

"Oh, salve Threepwood," disse piacevolmente il vecchio pirata. Il suo nome era Augusto DeWaat.

"Cosa stai guardando?"

"Scruto il mare, e quando il battello postale arriva, sparo un colpo con questo cannone. Quella maledetta nave ha tre giorni di ritardo." Augusto non rimase affatto spiazzato dalla domanda di Guybrush. Era stata una giornata troppo lunga e noiosa per mettersi a guardare per le barche, ed era anche carnevale. Ogni tipo di scherzo era accettato.

"Tu non hai un fratello di nome Marty, vero?" domandò pigramente Guybrush.

Augusto scosse la testa. "Ragazzo, l'unico pirata che conosco è Marty Graw!"

"Chi?"

"Martedì grasso! È uno scherzo, ragazzo, uno scherzo. Sei qui per il Carnevale, non è vero?"

"È questo il periodo adatto per il Carnevale?" domandò Guybrush. Certamente non si celebrava in una qualsiasi delle altre isole in cui era stato di recente.

"Figliolo, è sempre carnevale nell'isola di Booty," dichiarò con orgoglio Augusto. "Una volta ero il governatore di questa isola. Ma non ho mai avuto il tempo di venire qui e godermi la festa. Così ho smesso, e ora aspetto il battello postale, che mi ricorda che devo tornare a lavoro."

"In questo caso, no», disse Guybrush. "Sono a caccia di un tesoro."
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Augusto non riusciva a capire. "Cosa? Faranno un'altra caccia al tesoro quest'anno? Non posso credere che ci stiano riprovando dopo tutti gli infortuni dell'ultima volta."

"Che genere di infortuni?"

Augusto sembrava corretto cupo. "Beh, alcuni sono stati trascinati via ... qualche tomba è stata profanata ... è stato proprio un brutto affare".

"Maledizione, mi hanno tolto tutto il divertimento", disse Guybrush.

«Beh, c'è sempre la festa del Governatore Marley", disse Augusto in aiuto.

"Marley?" disse Guybrush. Era ancora un po' incerto su questo punto. "Divertente, una volta uscivo con un Governatore Marley."

"Oh, certo," dichiarò Augusto sarcastico. "E scommetto che la hai anche aiutata a sconfiggere LeChuck." Agitò il sopracciglio sinistro con fare da cospiratore, permettendo così al suo occhio sinistro di poter vedere meglio (quello di destra era completamente nascosto dalle folte sopracciglia bianche).

"Non ridere", disse Guybrush. «Ho la prova proprio qui, nella mia tas-" Improvvisamente, si ricordò di quello che era successo alla barba di LeChuck. "Uh Oh."

Augusto sorrise cordialmente. "Hey hey, ragazzo, va bene. Il carnevale è il periodo giusto per le fantasie. Ora va a divertirti."

Guybrush decise di accettare il consiglio e terminare la conversazione con una frase amichevole. "Beh, ciao," disse, e cominciò ad addentrarsi nell'isola. Stava camminando vicino a una sorta di tendone, dove c'erano un gruppo di persone in piedi vicine ad una piccola striscia verde, circondata da alti striscioni brillanti, che svolazzavano allegramente nella brezza. Ma in quel momento Guybrush vide qualcosa alla sua sinistra, che lo distrasse per un po'.

Era una grande vetrina di un negozio, con la vernice bianca un po' sfaldata. Ciò che attirò Guybrush era il segno enorme attaccato, con luci rosse e bianche lampeggianti tutt'intorno al bordo.

"Bare usate di Stan", diceva l'insegna.

"Aperto", affermava un segnale verde lampeggiante alla finestra.

Guybrush si chiese se questo era il suo vecchio amico Stan. Forse avrebbe dovuto entrare e salutarlo.

Aprì, ed entrò.

Non ebbe molto tempo per ambientarsi e poter osservare le pile e pile di bare poste nel modo migliore per essere illuminate dall'umida luce, le stelle filanti del Carnevale e i palloncini appesi al soffitto, i segni e i manifesti in cui si leggeva IN VENDITA e 50% OFF!, visto che nel momento in cui entrò un uomo alto con un cappotto grigio ed un enorme sombrero bianco sbucò fuori da dietro il bancone e con un salto fu su di lui.

Era - come Guybrush aveva ormai capito - l'unico e solo Stan.

Stan sembrava essere di buon umore (come, molto spesso, erano i suoi clienti). "COME VA!!" gridò con entusiasmo. "Benvenuti al negozio di Bare usate di Stan!" Aveva ormai raggiunto Guybrush e stava cominciando a comportarsi come era solito fare. "Ci occupiamo dei morti per poco prezzo"

Stan era cambiato poco. Muoveva ancora le mani incessantemente quando parlava, e il suo piede batteva sul pavimento come uno gnomo a caccia dell'oro.

"Cosa stai cercando, figliolo?" chiese a Guybrush, guidandolo verso lo spazio di vendita principale. "Hai bisogno di una cassa per la tua parentela? Vuoi un pacchetto familiare senza spendere molto? Sei fortunato! Guarda tutta questa roba di qualità!" Stan guardò con l'amore del commerciante la sua merce. "Mai toccate prima da un vivente. Molte sono state usate solo per poche ore... Sepoltura prematura, sai, quel genere di cose..

"Beh, parla. O sei morto? In entrambi i casi, sei venuto nel posto giusto." Stan fece una pausa, e Guybrush scoprì di avere il tempo per pensare ad una frase.

"Non eri un venditore di navi usate?" chiese, un po' incerto sul perché Stan non sembrava ricordarsi di lui.

"Beh, sì", disse Stan. "Ma ho deciso di entrare in un business in cui i clienti insoddisfatti hanno minori probabilità di tornare indietro e lamentarsi."

Data la qualità di alcune delle precedenti cose di Stan, Guybrush non poteva che concordare con il fatto che questa sia stata una buona idea.

"Fai funerali?" chiese.

"Certo che facciamo funerali!" disse Stan. "Ma non quei funerali con fazzoletti tetri. Con musica, danze e balli e l'albero della cuccagna. Diamo quel tocco in più al funerale. Eh eh."

"In realtà, io non sono ancora interessato ad una bara," confessò Guybrush. Sarebbe potuto andare oltre, ma Stan lo precedette.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Non è mai troppo presto per prepararti il funerale", disse Stan con tono saggio. "Riservando un tumulo, ti garantisci un posto nel nostro popolare parco nell'isola di Scabb™ e ottieni anche uno sconto sugli affitti del Parco."

Guybrush assunse che intendesse il cimitero. E il suo sguardo fu catturato da una grande chiave d'oro appesa a un gancio dietro il bancone. Il segno sopra il gancio diceva CRIPTE.

"Affitti?" si chiese ad alta voce il nostro.

"Sai --per barbecues, feste-- quel genere di cose."

La tecnica di vendita di Stan era ipnotizzante. "Ho bisogno di imbalsamare qualcosa," disse Guybrush, solo volendo vedere a fin dove Stan sarebbe potuto arrivare con le parole.

Non rimase deluso. "Beh, sei venuto nel posto adatto!" esclamò Stan con fiducia, e improvvisamente la sua voce cambiò un po' - divenne ancora più stridente, se ciò era possibile. "I tuoi cari meritano il meglio di Stan. Non sentirai nessun tipo di odor quando sopraggiunto è il rigor."

Guybrush si grattò la testa. "Non credevo che i becchini fossero così poetici." Si guardò intorno nel negozio di Stan. "Sto cercando una buona bara usata." Chi lo sapeva, con LeChuck alle calcagna forse non era così prematuro iniziare a preoccuparsi per il proprio funerale.

"Stupefacente!" disse Stan. "Appena sei entrato, mi sono detto: 'Qui c'è un ragazzo che ha bisogno di una buona bara usata!' C'è un magnifico affare proprio dietro di te."

Guybrush si voltò, permettendo così a Stan di tirare rapidamente fuori un metro, fare una stima approssimativa, e nasconderlo nuovamente con rapidità.

"Andiamo a vedere", disse Stan, che portò Guybrush verso una robusta bara di pino su una mensola bianca. Il coperchio era aperto, permettendo così a Guybrush di poter vedere che era una bara piuttosto grande.

"Dunque questa qui", disse Stan in tono riverente, "è la bara modello Cadillac. Guarda tutto quello spazio per le gambe. C'è spazio persino per Long John Silver. Ecco--lascia che ci entri e te lo dimostri."

Stan fece un saltò ed atterrò seduto nella bara. "Sì, un uomo può davvero riposare in pace e comodo con una di queste. Perché mai la bara di un uomo dovrebbe essere più piccola della sua cuccetta?"

Guybrush, che era stato su una delle barche del Stan e sapeva quanto fossero state grandi le cuccette, trovò questo paragone poco lusinghiero.

"Potrei passare un sacco di tempo in una bara come questa", disse Stan in tono soddisfatto, passandosi una mano sul cappello. Saltò fuori. "Posso mostrarti qualcos'altro?"

"Quanto costa quella bara?" domandò Guybrush.

"Beh, è complicato...", disse Stan. "I prezzi qui da Stan sono in proporzione... alla possibilità di pagare... Per far si che si possa fare un funerale decente anche al nostro più povero cliente."

"È pieno di considerazione da parte tua", disse Guybrush.

"Allora, quanto hai con te?" chiese Stan, dando così il via al gioco.

"Ho 400 pezzi da otto", disse Guybrush.

"Capisco. Credo che la cremazione sia più appropriata in questo momento", disse Stan dopo una breve pausa.

"Veramente vorrei solo curiosare", disse Guybrush. Era arrivato il momento di rimettersi alla ricerca del tesoro.

"Spiacente...", disse Stan con rammarico, "i regolamenti sanitari mi hanno proibito di permettere alle persone non autorizzate ad usare gli oggetti interni."

"Oh cavolo", ha detto Guybrush. "Devo andare. Ci vediamo."

Stan mise una mano in tasca. "Ecco, prendi questo fazzoletto in omaggio", disse, offrendo a Guybrush un quadratino bianco. Guybrush lo prese - sorprendentemente, era pulito. "È il mio modo di dire, 'condoglianze'".

Guybrush annuì, e uscì nuovamente all'aria aperta.

Doveva andare dal Governatore. Ma il suo percorso lo condusse verso il padiglione fieristico, e mentre si avvicinava iniziò a diventare molto curioso.

Gli striscioni, a cui ora si trovava abbastanza vicino da poterli leggere, erano stati decorati con le parole GARA DI SPUTI PER PIRATI, ed erano adornati con grossi schizzi verdi e immagini di pirati che scatarravano furiosamente.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Il campo di gioco era più piccolo di quanto Guybrush aveva pensato, e consisteva in una stretta striscia di prato su cui erano state incise delle linee bianche a intervalli regolari. In piedi lungo un lato di questa striscia c'era un accozzaglia dei più disparati tipi di pirati, dei tipi più simili a delle persone sciatte che ai normali zoticoni induriti dalle bevute di grog. Un energico pirata camminava lungo la striscia bianca a grandi passi, cercando di coinvolgere tutti; il pirata ricordava un po' Stan, tranne per il fatto che questo aveva la gobba, dei buffi occhiali di grosse dimensioni e una bocca ancora più grande (se possibile) di quella di Stan. Lui era il Maestro-dello-sputo, il giudice per il concorso degli sputi.

"Non siate timidi! Lasciatelo andare!" esortava i pirati, che si guardavano attorno indifferentemente, nessuno di loro era particolarmente disposto a partecipare. "Accosta soltanto le labbra e sputa! Dimostratemi che siete divertenti almeno come un branco di lama. Avvicinatevi alla linea e provate la vostra saliva. Tanti premi di valore - il primo premio vince una targa di bronzo personalizzata!"

Nessuna rispose. "Ho sentito che ci sono alcuni scatarratori provenienti dalla lega professionistica degli sputi", disse il Maestro-dello-sputo. "Non lasciate appassire e morire quest'abilità. Andiamo! - È tutto pagato dal Booty Island Park & Rec. Guardate che folla densa e succosa. Ti senti un pirata? Due, quattro, sei, otto! Coraggio, sputa! Questa potrebbe essere la tua ultima possibilità di aver popolarità e successo. Migliaia sputeranno - centinaia vinceranno! Anche un bambino può farlo, e infatti, loro lo fanno abbastanza bene. Trasformate un abitudine disgustosa in una prestigiosa abilità vincente. Tu pensi che sputare sia volgare? " Fece un'espressione di disgusto. "Te lo dico io cosa è volgare - ingoiare quella roba è volgare."

Il Maestro-dello-sputo non sembrava arrendersi. "È un grande giorno per sputare!" Drizzò un orecchio. "Che cosa - ho sentito qualcuno ingoiare? Che spreco. Bene, chi sarà il prossimo? Lo so che vuoi provare. È sulla punta della tua lingua!"

Era forse stato il sole che in quel momento brillava attraverso le nubi, illuminando l'erba e le bandiere e il mare lontano, o forse era la suscettibilità di Guybrush alla tiritera. Ma in qualche modo, questa gara di sputi stava iniziando a suonare sempre più allettante.

Guybrush si avvicinò alla linea. "Vorrei provare", disse con nonchalance.

Il Maestro-dello-sputo si voltò. "Un volontario!" esclamò. Alcuni dei pirati nella folla applaudirono educatamente. Il Maestro-dello-sputo si fece avanti. "Va bene gente, facciamo attenzione", disse. "Questo ragazzo sembra un buon contendente."

Ci fu un momento di silenzio mentre tutti guardavano Guybrush. "Come ti chiami, ragazzo?" chiese il Maestro-dello-sputo.

"Sono, il capitan muco", disse Guybrush, ricordando un nome dalla libreria.

Il Maestro-dello-sputo adorava il nomignolo. "Il muco!" Disse in tono lodevole. Il pubblico applaudì. "Muco-o-rama! Risucchia quello grosso per la fama e la fortuna!" Corse verso il lato opposto della striscia di erba. "Sputa!"

Un silenzio cadde in mezzo alla folla, un silenzio non penetrato dal grido occasionale di incoraggiamento da parte di un pirata o di una donna. Guybrush si impegnò fino a che la sua bocca fosse piena, poi ha iniziato a fare gli sguazzi con la saliva, dando al muco la giusta fluidità. Sporse le labbra e lasciò partire lo sputo, accennando un movimento in avanti con la testa.

I rivoli verdi di saliva lambirono le labbra, restando incollati ad esse e gocciolarono impotenti sul terreno ai piedi di Guybrush.

"Cilecca! Cilecca!" gridò il Maestro-dello-sputo "Correte!" Dando l'esempio, tornò da Guybrush. "Accidenti, è andata un po' male, capitano. Stringiamogli la mano in ogni caso, gente."

I pirati applaudirono. "Almeno ci ha provato", continuó il Maestro-dello-sputo mentre Guybrush si allontanò dalla linea. "Ora vuoi provare tu?"

Guybrush andò via dalla competizione di sputi, e la voce del Maestro-dello-sputo si faceva via via più debole mentre esortava la folla. Guybrush sapeva che non aveva mostrato la sua performance migliore. Infatti, si credeva un buon sputatore. E ora aveva fallito.

Guybrush fu depresso per un po', ma non ci pensò più una volta che si era allontanato dal molo principale e stava vagando attraverso la fitta foresta. La mappa del capitano Dread non era affidabile, ma era sufficiente per sapere dove si trovasse la residenza del Governatore all'angolo nord-occidentale. Guybrush sperava che ci fosse bassa marea, perché il sentiero che collegava il palazzo con la terraferma sembrava piuttosto sottile.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Così si incamminò per l'isola, e in poco tempo arrivò all'ingresso dello stretto sentiero, il mare era calmo su entrambe le rive acqua. Qui era stata costruita una piccola postazione di vedetta, con una barra di legno che bloccava la via d'accesso. In piedi davanti alla capanna c'era un grande, grasso, pirata fantasma-blu con un debole luccichio nei suoi occhi e una grande barba nera.

Il pirata tese la mano, e all'improvviso Guybrush lo riconobbe.

Balzò in aria esclamando. "Il pirata fantasma LeChuck !!!"

Il pirata sembrava confuso, portò le grosse mani alla sua testa, e la tirò via. Al suo interno c'era una donna bionda che sembrava simile a Kate. "Datti una calmata", ha detto. "Non sai riconoscere un costume in maschera quando ne vedi uno?"

Guybrush riprese fiato, fino a quando il suo cuore scese fino a trecento battiti al secondo.

"Posso aiutarti?" chiese la donna.

"Bel costume", disse Guybrush. "Mi hai quasi spaventato a morte."

"Grazie."

"Cosa fai qui?" Continuò il nostro. Guybrush non si aspettava alcuna difficoltà nel raggiungere il palazzo. Avevano avuto qualche problema in passato su Melee Island, ma questo era diverso. Ormai si conoscevano l'un l'altra.

"Sto a guardia del palazzo del Governatore Marley", disse la donna.

"Elaine Marley? Da Melee Island?" Guybrush pensó che fosse meglio essere sicuri di questo.

"Sì," concordò la donna. "La stessa eroica Elaine Marley che ha ucciso il pirata fantasma LeChuck"

Guybrush non aveva mai sentito questa storia. "Ma, io ho ucciso LeChuck!" Disse.

"Perché il Governatore Marley dovrebbementire?" chiese la donna.

Chi lo sapeva? Guybrush non l'aveva fatto. "Gelosia? Vendetta? Fama e fortuna? Vendetta?"

"Nei tuoi sogni", disse la donna in tono sprezzante.

Guybrush ebbe un'idea improvvisa sul il palazzo veniva custodito. Potrebbe essere stata causa del party. Guybrush aveva sentito parlare di una festa di Carnevale del Martedì grasso. Ma nessuno aveva parlato di inviti.

"Sono qui per la festa del Governatore", disse alla guardia.

"Vuoi dire la cena di Carnevale del Governatore Marley?" Lo corresse. "È solo su invito e sono richiesti i costumi."

Questo non era quello che Guybrush avrebbe voluto sentirsi dire. "Questo è il mio costume", disse, indicando lo spavaldo cappotto blu, i suoi stivali resi marrone dal fango e po'a fibbia della sua cintura.

La guardia non si lasciò ingannare. "Nessuno indosserebbe volentieriun costume così stupido."

Quella guardia non era stupida, e sembrava che non ci fosse nessuno che poteva contraddirla. "Devo andare", disse Guybrush. "Continua così, stai facendo un buon lavoro." Tornò nella giungla con passo deciso.

Venticinque minuti dopo era di nuovo sul ponte del Jolly Rasta.

"Dove vuoi andare amico?" chiese il capitano Dread mentre Guybrush saliva.

"Su Scabb Island", disse Guybrush. Vedendo una luce negli occhi del capitano Dread, aggiunse, "Stiamo facendo una crociera."

Per nessuna ragione si sarebbero arresi in quel momento. Avevano appena iniziato.

C'era la questione, ad esempio, di raggiungere l'isola al largo della costa di Phatt Island. Guybrush aveva bisogno di una chiave inglese, e pensò che il falegname ne avrebbe potuta avere una. Pensò anche del Bloody Lip, e aggiunse di prendere un drink alla sua lista di cose da fare.

Il Jolly Rasta navigò seguendo la brezza leggera, raggiungendo l'isola di Scabb a mezzogiorno passato. Il Capitano Dread gettò l'ancora a breve distanza da Woodtick (era una città senza un porto), lasciando a Guybrush l'impaccio di trovare il modo per arrivare al ponte che portava in centro.

Potrebbe essere stato mezzogiorno, ma era difficile da comprendere qui, sotto quella debole luce umida. L'Isola di Scabb era oggetto di alcuni modelli meteorologici insoliti, tra i quali nebbia che si accumulava di giorno e di notte. Era sempre come se fossero le 22:00 qui.

Si avvicinò al casotto del falegname. Lo vide al lavoro e si ricordò che qui c'era qualcuno che non era ancora stato informato riguardo alla scomparsa di Largo. Pensò che il falegname sarebbe stato felice di apprendere la notizia.

"Non dovrete più preoccuparvi di Largo LaGrande!" Disse Guybrush appena entrato.

Il fabbro annuì. "Sì, ho sentito dire che Marty gli ha messo degli spilli nella sua biancheria intima o qualcosa del genere. Lo ha fatto scappare dalla città."

"No, sono stato io!" Esclamò Guybrush. Era stanco degli altri che si prendevano la fortuna e la gloria che erano suoi di diritto.

"Tu?" Disse dubbioso il falegname. "Cosa stavi facendo con la biancheria intima di Largo?"

"Ehm, beh ..." Guybrush improvvisamente non era più così ansioso di raccontare la storia come prima. "Oh non importa." Si guardò intorno nella capanna. "Hai una chiave inglese?"

"Cosa ti sembra questo posto, un ferramenta? No non la ho."

Guybrush non riusciva a crederci. Ma piuttosto che lamentarsi inutilmente, fece un passo indietro ed uscì.
Giocherellone
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 1540
Iscritto il: 15 nov 2010, 9:58

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da Giocherellone »

Ehilà! :103: Guarda chi si rivede! :007:

BENTORNATO TRA NOI turok! :041:

E grazie per questi tuoi nuovi interventi! :023:

:135:
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

d nulla.
Ma ci vorrebbe qualcuno che rivede le mie traduzioni ed applica le eventuali e necessarie correzioni
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Per quanto riguardava la ricerca di Big Whoop, sembrava stesse andando tutto per il verso sbagliato. Non era stato trovato nemmeno un pezzo della mappa (beh, uno l'aveva trovato, ma non l'aveva ancora preso). Guybrush guardò il Bloody Lip. Qui temeva ci fosse un altro brutto incontro da fare, ma tanto valeva farla finita.

Guybrush si diresse verso la botola, l'aprì, ed entrò nelle calde oscure profondità del Bloody Lip. Cercò di attraversare senza dare nell'occhio dalla sala alla porta della cucina, ma il barista lo vide. "Dovresti essere la cucina," disse.

"I coltelli avevano bisogno di essere affilati," rispose Guybrush.

Il barista non gli credette. "Ci hai provato, ma non funziona. Sei licenziato". Così iniziò a pulire un'altra tazza.

Era stato sicuramente meno doloroso di quanto Guybrush si aspettava. Innanzitutto, aveva ancora i suoi quattrocento pezzi da otto.

C'era uno strano rumore discordante proveniente da un angolo in disuso. In un primo momento Guybrush non riuscì a capire, poi si voltò e vide una scimmia seduta al pianoforte che suonava a tutto volume qualche vecchio motivetto da taverna. Forse era Jojo.

Jojo faceva balzare le sue lunghe dita su e giù, con buoni risultati. Tuttavia, non seguiva molto il tempo, e il metronomo che cliccava per dare il ritmo non stava dando un grande aiuto.

Guybrush si sedette al bar. "Grog, per favore", disse al barista.

"Ho bisogno di vedere un documento per questo", disse subito il barista.

Questo fu il momento in cui la biblioteca finalmente si mostrò utile. "Va bene anche una tessera temporanea della libreria?" domandò Guybrush, porgendo la sua al barista.

"Fammi vedere." Controllò la carta. "Guybrush è un nome francese?" chiese.

"No, in realtà è un nome fasullo."

"Oh. Va bene, ti posso dare da bere adesso?"

Aveva funzionato. "Sì, potrebbe essermi utile", disse Guybrush, senza alcun tono scherzoso.

"Dimmi che veleno vuoi."

"Che cos'hai?" domandò Guybrush. Non era veramente in vena di un grog.

"Beh, qui al Bloody Lip, abbiamo qualche drink speciale", disse il barista. "Come:. Bimbo di Barbagialla, Moncherino Insanguinato e Balena Blu"

"Dammi un Moncherino Insanguinato", disse Guybrush.

"Non posso. La motosega è senza benzina!" Il barista rise di cuore.

"Esilarante," ribatté Guybrush, impassibile.

"Già, mi sto spanciando. Quello è un pezzo da otto."

"OK." Guybrush gli diede la moneta, e il barista fece qualcosa di complicato con delle bottiglie e una tazza. Pochi secondi dopo Guybrush aveva un Moncherino Insanguinato di fronte a lui, una bevanda con un colore che si adattava perfettamente al nome.

"Ed ecco una cannuccia sbirula gratis", disse il barista, mettendola nella tazza. "La diamo a tutti i nuovi clienti del Bloody Lip."

Guybrush iniziò a portare la bevanda alle labbra, ma si fermò. Quelle altre bevande suonavano interessanti, e lui non voleva lasciarsene sfuggire neanche una.

"Prendo un Bimbo di Barbagialla", disse al barista, posando il ceppo di sangue.

Il barista leered. "Beh, puoi provarci, ma non credo che sua madre sia d'accordo. Ah ah ah!"

"Senti, dammi da bere, per favore», disse Guybrush con impazienza.

"Ehi, devo raccontare barzellette", disse il barista in tono di scusa. "Fa parte del contratto sindacale. Quello costa un pezzo da otto."

Guybrush porse la moneta - in cambio gli venne dato un bicchiere pieno di un liquido giallo anemico.

"Fammi un Balena Blu, mentre ci sei", disse.

"Mi dispiace. Il frullatore non è abbastanza grande!" Il barista sghignazzò allegramente. "Ma sul serio, quello è un pezzo da otto."

Ad un prezzo ragionevole, pochi istanti dopo Guybrush aveva tre bevande, allineate in fila.

Utilizzando la cannuccia sbirula, Guybrush assaggiò per primo il Bimbo di Barbagialla. "Yuck," fu la sua reazione iniziale.

"Ha un gusto caratteristico", disse il barista.

Guybrush spostato la cannuccia per assaggiare il Balena Blu. Oltre ad essere un po' più viscoso e denso, il gusto non era molto migliorato. Infine provò il Moncherino Insanguinato, e si sentì soffocare sul suo gusto ramato.

Guybrush cercò di mescolare un po' i vari drink, per vedere se la miscelazione ne avrebbe migliorato il gusto. Versò del Balena Blu nel Moncherino Insanguinato, ma non fece altro che peggiorare la situazione. Versò quello che restava nel Bimbo di Barbagialla.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Il sapore non era niente di speciale. Ma questa bevanda aveva il curioso effetto di rendere il suo sputo incredibilmente denso. E aveva un colore verde simile a quello di uno sputo.

Guybrush ricordò quando Largo era stato qui, aveva bevuto il solito drink e poi era riuscito a sputare fino all'altro lato della stanza.

E improvvisamente ebbe un'idea per il concorso degli sputi.

Chiese al barista un coperchio, e con questo coprì il bicchiere. Il coperchio aveva anche un foro per per la cannuccia sbirula, che Guybrush utilizzò. A quel punto si mise il bicchiere in tasca.

Guybrush guardò Jojo ancora una volta, guardava la scimmia suonare il pianoforte con gusto, anche se con un dubbio gusto. "Avrei dovuto dare ascolto a mia madre - avrei dovuto suonare", disse a bassa voce. Guardò l'oscillazione del metronomo a sinistra e a destra, sentiva il click del tempo.

Stava iniziando a pensare a qualcosa di molto stupido. Ma più guardava le dita rigide di Jojo, e più quell'idea diventava fattibile.

Dopotutto, se avete bisogno di una chiave inglese, avete bisogno di una chiave inglese.

Guybrush si alzò e si avvicinò al pianoforte. Jojo lo ignorò - la sua attenzione era tutta sui tasti bianchi e neri. Ma andava bene, perché Guybrush aveva un asso nella manica.

Nello specifico, un asso di colore giallo. Guybrush tirò fuori la banana e la agitò vicino al viso di Jojo.

Jojo si voltò a guardare la banana, ma continuò a suonare. Il barista non si lasciò impressionare. "Ehi! Non mi distrarre la scimmia!"

Guybrush si rimise la banana in tasca. Poi ebbe un'altra idea. Con un movimento rapido inchiodò la banana al metronomo.

Jojo immediatamente smise di suonare e si mise a guardare intensamente Guybrush. La stanza rimase drammaticamente silenziosa, con il solo ticchettio del metronomo a rompere il silenzio.

Al barista ciò non piacque. "Ehi, cosa hai fatto al mio pianista?"

Guybrush prese Jojo per mano, una mano calda e coriacea. Jojo venne volentieri mentre Guybrush lo accompagnava dal pianoforte alle scale.

"Serviti pure e portati via il mio divertimento", disse il barista con amarezza. "Grazie tante, amico."

Guybrush portò Jojo su per le scale (lui lo seguì ubbidiente), e indietro, attraverso Woodtick, fino alla nave del capitano Dread. Jojo era un compagno gradevole. Sembrava considerare Guybrush come suo nuovo signore e padrone, e non fece niente che Guybrush non volesse.

"Phatt Island", disse Guybrush, non appena furono sul Jolly Rasta. Il capitano Dread guardò con curiosità il suo nuovo compagno, ma saggiamente si trattenne dal dire qualcosa.

Un'ora e mezzo più tardi avevano raggiunto Phatt Island, spinti da una brezza veloce. Jojo era una scimmia immensamente curiosa, e aveva sverminato ogni buco del suo corpo in ogni possibile punto nascosto, di passaggio e favorevole sulla barca. Il capitano Dread non ne era stato colpito in un primo momento, ma presto cominciò ad apprezzare il nuovo passeggero.

Al porto della città di Phatt, Guybrush prese Jojo con se. Camminarono lungo la passeggiata, mentre procedevano Guybrush guardò nel vicolo del gioco d'azzardo e fu sorpreso di vedere che l'uomo vestito di verde era ancora lì.

Guybrush entrò nel vicolo e si nascose dietro una grande pila di scatole. Jojo lo seguì, Guybrush gli face cenno di tacere. Jojo annuì.

"OK, ci siamo", disse il croupier. Guybrush sentì il rapido ticchettio dei pioli, prima che rallentasse e infine si fosse fermato. "29 rosso."

"Tutto ok!" disse l'uomo.

"Hai vinto nuovamente!" si congratulò il croupier. "Oggi è il tuo giorno fortunato, va bene!"

Come aveva potuto vincere di nuovo? pensò Guybrush. Erano passate un paio d'ore da quando è stato qui l'ultima volta. Quante altre volte aveva vinto?

"Vuoi ancora i soldi?" chiese il croupier.

"Sì." Ci fu un po' di rumore, e poi Guybrush sentì l'uomo tornare fuori. Si chinò ulteriormente verso il basso.

L'uomo passò senza accorgersene. Rapidamente Guybrush si alzò e lo seguì, avendo cura di mantenere la distanza.

L'uomo prese a sinistra, oltrepassò a piedi la biblioteca e diversi altri edifici prima di arrivare al vicolo successivo, dove entrò.

Si avvicinò ad una grande porta verde, sprangata, e bussò. Guybrush e Jojo si nascosero dietro un'altra pila di scatole, una posizione da cui potevano vedere la finestrella che di era aperta.

"Dammi il prossimo numero", disse il giocatore alla finestrella.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Prima dimmi la password", disse Bruno. Un enorme palmo peloso uscì dalla finestrella sulla porta, mostrava tutte e cinque le dita distese. "Se questo è uno", disse Bruno, prima di risistemare la mano in modo che solo due dita erano esposte, "che cosa è questo?"

"Cinque", disse immediatamente il giocatore.

"Giusto", rispose Bruno, tirando indietro la mano. La finestrella si apriva a circa nove piedi dal suolo, così quella doveva essere l'altezza di Bruno. Guybrush non voleva saperlo. "Il numero vincente sarà sette rosso", disse Bruno.

"Grazie", disse il giocatore, girando e uscendo dal vicolo.

Guybrush disse a Jojo di restare in silenzio, e si diresse verso la porta. Bussò.

La finestrella si aprì «Che cosa vuoi, ragazzo?" chiese Bruno con impazienza.

"Qual è il prossimo numero vincente?"

"Prima devi darmi la password", disse Bruno. "Devi indovinarla per tre volte." La sua mano emerse dalla porta, con due dita nel segno V. "Se questo è cinque", disse, portando altre due dita in alto, "che cosa è questo?"

Sei una persona molto strana, lo sai? pensò Guybrush. Ma si rese conto che questo non sarebbe stato un buon momento per le battute, così diede la risposta. "Due." Il sistema non era difficile. Tutto quello che si doveva fare era prestare attenzione al primo numero che le dita mostravano.

"OK, hai indovinato; altre due volte. Se questo è due.." - Erano ancora esposte quattro dita - "che cosa è questo?" Le quattro dita si chiusero a formare un pugno.

Il tentativo di confondere Guybrush non funzionava. "Quattro."

"E sono due. Un'altra ancora. Se questo è quattro.." - Un solo dito era sollevato - "Che cos'è questo?" Fu sollevato un dito in più.

"Uno." Guybrush odiava giochi con i numeri, e questa era una password veramente stupida, ma indovinare era stato facile.

Bruno ritirò la mano. "OK, devi essere un membro della Gilda del Giocatore", disse. "Ma non ti riconosco." Sembrava un po' sospetto.

Guybrush inventò una storia sul momento. "No, sono stato trasferito qui oggi. Nuovi ordini."

"Che cosa?" disse Bruno, ancora più sospetto.

Guybrush si grattò la testa. "Um ... mi dispiace. Ebbe un flashback. Quello che volevo dire è che sono appena arrivato."

«Oh. OK", disse Bruno. "Il prossimo numero vincente è il 22 nero". La finestrella si richiuse.

Guybrush sorrise. Era andato tutto liscio. Chiamò Jojo dal nascondiglio nell'ombra e insieme tornarono sul lungomare.

Il croupier rimase un po' sorpreso di vedere una scimmia al fianco di Guybrush, ma rimase in silenzio. Non disse nulla anche perché il ragazzo con i pantaloni verdi stava facendo una scommessa, e in questi casi bisognava fare silenzio.

Il croupier spinse la ruota facendola girare. Pochi secondi dopo si fermò sul numero 29 rosso.

"Tutto ok!" disse il giocatore.

"Un'altra vittoria!" si congratulò il croupier. "Vuoi i soldi di nuovo?"

"Si, i soldi."

Il croupier gli diede un'altra borsa di denaro, che ol ragazzo infilò nei suoi voluminosi pantaloni. "Penso che sia abbastanza per me oggi," disse.

"OK, Ralphie," disse il croupier. "Ci vediamo domani."

Ralphie si allontanò con baldanza e spavalderia. Questo confuse Guybrush ancora di più. Come diavolo faceva il casinò a fare soldi?

"Come ha fatto quel tipo a vincere così tanto?" Chiese, una volta che Ralphie andò via.

"Oh, forse ha un qualche ... aiuto all'interno", disse il croupier, strizzando l'occhio. "Capisci cosa intendo?"

Guybrush questo lo sapeva. "Come puoi avere un profitto se quel tipo continua a vincere?" chiese il nostro.

Il croupier si strinse nelle spalle. "Ehi, io qui ci lavoro soltanto. Sono i proprietari che stanno perdendo soldi."

Guybrush pensava ai proprietari. Quale boss di un casinò avrebbe volentieri perso del denaro? Perfetto per quanto poteva essere.

"Mi piacerebbe piazzare un'altra scommessa", disse al croupier. "Jojo, smettila." Gli diede, così, un pezzo di otto (al croupier, non a Jojo).

"OK, ragazzo. Che numero desideri?"

Con assoluta certezza nella sua voce, Guybrush disse, "22 nero".

"OK, ci siamo." Il croupier diede alla ruota un'altra spinta. Guybrush si chiese come funzionava il meccanismo. Forse c'era qualche tipo di motore nel muro.

Il movimento della ruota non gli diede nessun indizio a riguardo. Partì, rallentò e, infine, si fermò sul 22 nero.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"22 nero!" gridò il croupier. "Hai vinto, ragazzo! Quale dei nostri favolosi premi vuoi? Fa la tua scelta! Puoi avere sessanta pezzi di otto ... o ... un invito alla cena del Governatore Marley per la festa del Martedì Grasso ... o .. . puoi avere un pass gratuito per vedere il circo dei Fratelli Linguini! Ebbene? Quale vuoi? "

"Mi piacerebbe avere l'invito!" si affrettò a dire Guybrush con entusiasmo.

"Vuole l'invito!" Il croupier infilò la mano nella sua giacca, e ne tirò fuori un piccolo frammento bianco sporco di cartpecora. Lo diede a Guybrush. "Complimenti!"

«Grazie» disse Guybrush, mettendo in tasca la carta pregiata. "Andiamo, Jojo." Lasciarono il vicolo e si incamminarono lentamente lungo la passeggiata.

Il giovane pescatore era ancora qui. "Preso nulla?" gli urlò Guybrush in tono derisorio mentre passava.

"Sì, ma niente di così grosso da farti mangiare!" soggiunse il ragazzo. Guardò con gli occhi stretti Guybrush e Jojo, e il suo volto rimase in un'espressione che avrebbe suggerito un'infinità di battute adatte a quel particolare istante, proprio quelle a cui Guybrush non pensava al momento.

Camminarono lungo ol passeggio verso l'interno dell'isola. Quindici minuti più tardi - il loro cammino veniva rallentato un po' a causa della voglia di Jojo di arrampicarsi su ogni ramo che vedeva - finalmente arrivarono alla cascata.

Salirono fino alla cima, dove c'era l'idrante in piena attività. Questo era il momento in cui Jojo sarebbe potuto tornare utile.

Guybrush prese la mano di Jojo, e piegò le dita in modo da formare un cerchio. Appoggiò quel cerchio intorno alla valvola dell'idrante, lo mosse un po' e presto quello si agganciò adattandocisi comodamente intorno.

Con la chiave inglese messa correttamente, Guybrush prese Jojo e cominciò a ruotarlo in senso antiorario, facendo ruotare la valvola nella posizione di chiusura. Dopo alcuni giri, il suono dell'acqua vicina si fece più debole. Guybrush continuò a ruotare Jojo finché non si udì altro che un flebile gocciolare.

Guybrush rimise Jojo a terra, permettendogli di riprendere fiato (la scimmia era rimasta sorpresa dall'ingegnosità di Guybrush). Poi tornarono ai piedi della cascata.

La cascata non c'era più. La nuda roccia alle sue spalle, ora era completamente esposta. E c'era anche qualcos'altro.

Un tunnel che conduceva direttamente sotto la collina, che scendeva pian piano in profondità.

Guybrush superò il margine delle rocce, e vide che il tunnel era illuminato da della luce elettrica, una brillante luce bianca si diffondeva da un neon fisso sul soffitto. Le pareti, il pavimento e il tetto erano lastre rettilinee di metallo grigio. Dei tubi correvano lungo le pareti e sotto il soffitto.

Guybrush avanzò con Jojo lungo il tunnel, attraverso numerose porte e passaggi. Il percorso andava dritto, senza mai deviare a sinistra o a destra. Alla fine, ricominciarono a salire.

La luce alla fine del tunnel aumentava, mostrando più chiaramente le pareti. Alcuni suoni si fecero più vicini - il verso dei gabbiani e il dolce frangersi delle onde.

Sbucarono in una spiaggia. Nonostante il sole fosse alto in cielo, il posto dove si trovavano era un po' ombroso, soprattutto a causa dello sperone roccioso che incombeva sopra di loro. C'era un buco a metà dell'alta scogliera, ma era completamente irraggiungibile perché Guybrush era troppo basso.

Se voleva oltrepassare la scogliera, c'era un sentiero che andava intorno allo sperone roccioso. Nel momento in cui si avviarono per questa strada, Guybrush vide una piccola baracca di legno nel margine della scogliera, nascosta allo sguardo da alcune alte palme, ma con una vista perfetta sul mare.

Se il signor Rogers aveva mai avuto una casa per le vacanze, sicuramente era questa. Il silenzio qui era totale - probabilmente questo era l'unico posto abitato dell'isola.

Non sembrava in buono stato appena la vide da vicino. Le finestre erano chiuse, o fissate con degli assi. Alcune scatole e dei pezzi di metallo erano stati gettati contro una parete della casa. Le tegole erano macchiate e screpolate.

Sembrava che nessuno vivesse qui da lungo tempo.

C'era una statua grottesca in quello che probabilmente era stato il prato. Jojo si arrampicò su una delle sue braccia. Sembrava giusto - la statua era l'approssimazione di una scimmia, orribilmente esagerata. Sembrava qualcosa rubato dalla prua di una nave.

C'era una placca in prossimità della parte inferiore. Guybrush lesse l'iscrizione. "Quando io vedo lontano, tu sei vicino."

Sembrava un enigma. Come avresti mai potuto far vedere qualcosa ad una statua di scimmia?

Guybrush ci pensò, ma non trovò una risposta, e decise di provare la porta. Se questo posto era davvero deserto, avrebbe avuto tutta la privacy per fare una ricerca.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
"Aspetta qui," disse a Jojo, che annuì. Guybrush non voleva che la scimmia gli venisse dietro, nel caso in cui qualcuno, dopotutto, vivesse qui.

Appena aprì la porta, Guybrush notò due cose. In primo luogo, vide che chi viveva qui doveva aver bevuto molto grog. In secondo luogo, vide l'attuale occupante della casa; un grasso pirata con i capelli bianchi e un naso rosso, guardava minacciosamente verso di lui.

Il pirata si diresse con una camminata dondolante verso di lui. "Si? Cosa vuoi?" gli chiese.

"Mi chiedevo se potevo entrare per un minuto", disse educatamente Guybrush.

«Che cosa vuoi VERAMENTE?"

Guybrush capì che mentire non sarebbe stato utile con questo pirata sospettoso. "Ho sentito parlare del tipo che viveva qui", iniziò.

Il pirata scosse la testa con aria stanca. "Lo sapevo. Senti, ragazzo. Sono stanco di voi aspiranti cacciatori di tesori. Ho ereditato questa casa due mesi fa e ogni singolo giorno, tutto quello che ho sentito è stata gente che bussa alla mia porta e dice 'c'é un tesoro qui?' Perché non sparite e lasciare in pace un pirata in pensione? "

"Sono Guybrush Threepwood", disse Guybrush. "Preparati a morire." Non avrebbe permesso ad un grasso e pigro pirata di mettersi tra i piedi.

"Così ... vuoi fare un duello, vero?" chiese il pirata sdegnosamente. "Lo scherma è per pivelli, rammolliti e damerini".

"Ti arrendi così facilmente?" disse sprezzante Guybrush.

"Conosco un modo migliore per risolvere una disputa," rispose il pirata. "I veri pirati risolvono i loro problemi con gare di bevuta."

"Gare di bevuta?" Aveva sentito soltanto parlare di Mister Rogers e della sua birra fatta in casa, e questo era un campo nella professione di pirata in cui aveva la minor competenza.

"Entra", disse il pirata. Tornò dentro la casa, accompagnando Guybrush a un piccolo tavolo con due sgabelli di legno. «Preparo il tavolo." Andò via ed entrò in cucina, dando così a Guybrush dell'altro tempo per osservare il luogo.

Non c'era molto in termini di servizi, o di comodità, o di semplice comfort. Il pavimento era in legno nudo, marcio e sporco. La luce era fioca e marrone, in gran parte tagliata dalle fessure tra le finestre sbarrate, e ciò che riusciva ad entrare serviva solo per mostrare con chiarezza la polvere spessa tra le travi. Oltre al tavolo, non c'erano assolutamente altri mobili. Gli unici elementi di decorazione erano un moncone nero e contorto di un albero, piantato in un barile, e una cornice di specchio appesa al muro. Lo specchio si era rotto ed era scomparso da tempo.

Quello che riempiva il luogo erano le bottiglie. C'erano bottiglie ovunque. Ammassate nelle casse vicino alla porta, nelle botti vicino al tetto bucato, sugli scaffali ed i tavolini traballanti, le bottiglie erano anche sopra del telaio della porta.

Il pirata era scomparso nella cucina, ma la sua voce arrivava a Guybrush mentre versava le bevande. "Questo è il mio grog speciale", disse. "È solo per le gare. Doppio alcool, doppie calorie."

Uscì dalla porta della cucina, con una grande tazza di ceramica. "Odio il fatto di doverlo sprecare", disse, mettendolo sul tavolo. "Ecco il tuo drink." Così tornò in cucina. "Da quello che mi è stato detto", continuava mentre preparava la seconda bevanda, "nessuno può bere il grog speciale da gara senza svenire."

Guybrush guardò nella sostanza chiara nella tazza. Respirò profondamente un paio di volte, e desiderò aver mangiato di più per il pranzo.

"Ma io mi sono allenato", disse il pirata con aria fiduciosa. Ci fu una pausa. "Sai", continuò, "la maggior parte dei cacciatori di tesori si ritirano non appena gli propongo di bere. Ma tu. Tu sei un duro. Avrai un posto speciale nella mia vita, ragazzo mio. Ma non sarà casa mia."

Infine riapparve tenendo la sua tazza. "Sei sicuro di non volerti ritirare?" chiese.

Guybrush si sedette. "No, grazie", disse con fermezza.

Il pirata si sedette. "Bevi tu prima."

Guybrush prese la tazza in mano, e se la portò alla bocca. Strani odori arrivarono alle sue narici, ma prima che potesse decifrarli Guybrush premette la tazza contro le sue labbra e d'un fiato ne bevve il contenuto.

Mise giù la tazza e guardò il pirata, la sua mano rimase appoggiata sul tavolo con sicurezza.

Passò qualche secondo e Guybrush diede una testata nel legno del tavolo.
Avatar utente
turok
Tagliagole dei Sargassi
Tagliagole dei Sargassi
Messaggi: 143
Iscritto il: 19 set 2010, 7:36

Re: [Traduzioni] Le memorie di Guybrush Threepwood

Messaggio da turok »

MiW-Special-Box
Alzò nuovamente la testa ed urlò come il fischio di un treno. Sentiva il cranio come fosse gonfiato con della nitroglicerina. La sua gola era una superstrada in fiamme. Il suo cuore batteva come quello di un coniglio epilettico sotto l'effetto delle anfetamine. Gli occhi di Guybrush strabuzzarono fuori dalle orbite mentre la sua testa si agitava andando a destra e a sinistra. Il codino si sollevò e rimase dritto sul suo capo.

Il suo corpo fu letteralmente buttato fuori dalla sedia a causa delle convulsioni. Finì sul pavimento, dove Guybrush rimase per qualche tempo, ancora, con gli occhi chiusi.

Il pirata abbassò lo sguardo su di lui. "Proprio quello che mi aspettavo."

Guybrush non poteva davvero dire per quanto tempo rimase privo di conoscenza. L'unica cosa che sapeva era che il suo braccio ora veniva scosso da qualcosa di peloso.

Guybrush aprì gli occhi, trasalì ai bagliori accecanti della luce, e li richiuse. Aveva un terribile mal di testa.

Poteva anche sentire il rumore del mare, e, sotto la sua schiena, poteva percepire la sabbia. Doveva essere nella spiaggia.

Guybrush decise di rischiare aprendo nuovamente gli occhi. Questa volta più lentamente, schiuse pian piano le palpebre pesanti, e si ritrovò d'un tratto a fissare il volto preoccupato di Jojo. Girò lentamente la testa a sinistra, e finalmente vide il mare. Fece la stessa cosa a destra, e vide il promontorio roccioso che si stagliava verso l'alto.

"Oooh," gemette Guybrush, e cercò di alzare la testa. Mentre lo faceva, fu come se una sbarra di ferro gli si fosse improvvisamente solidificata nel cranio, tutto sommato continuò finché la sua testa fu abbastanza dritta da permettergli di sedersi. Guybrush si fermò in questa posizione, come un sollevatore di pesi massimi a metà strada tra lo strappo e lo slancio, poi si alzò in piedi.

Un secondo guizzo doloroso gli attraversò la testa pesante e la sua visione cominciò a sfocarsi gradualmente fino a quando non riuscì a vedere più nulla. Per un attimo gli parve di svenire, poi gradualmente la vista ritornò.

Guybrush barcollò, e si mise una mano sulla fronte. "Oh, la mia testa," gemette. Che cosa ha messo quel pirata nel suo grog? DDT? Guybrush non avrebbe riprovato quell'esperienza per nessun motivo.

Jojo sembrava ancora un po' preoccupato delle sue condizioni. Guybrush gli fece cenno, cercando di rassicurarlo, che non stava poi così male. Jojo non era convinto.

Lentamente, come se non fosse ancora padrone di tutti i suoi muscoli, Guybrush si diresse verso il tunnel che conduceva all'isola di Phatt.

Il tragitto di ritorno dal capitano Dread durò un po' di tempo, quasi tre quarti d'ora, ma alla fine Guybrush cominciò a riprendere un po' del suo usuale colorito. I lamenti nauseanti nella sua testa erano scomparsi, lasciando solo un ricordo terribile e il monito di non provare di nuovo quella esperienza.

Guybrush disse al capitano Dread di far rotta su Booty Island. Pochi istanti dopo uscirono dal porto dell'isola di Phatt e furono ancora una volta in alto mare (profondo quanto il mare potesse mai essere da queste parti, in ogni caso). Il vento era instabile in quella zona, ma li aiutò di nuovo nel loro viaggio.

Quando attraccarono, Guybrush lasciò la nave con Jojo, che stava diventando qualcosa come un amico fidato. Si fermarono nella piazza principale - Ville de la Booty. Guybrush tirò l'invito, perché aveva la sensazione di aver dimenticato qualcosa.

" 'Siete cordialmente invitati alla festa del Martedì Grasso da parte del Governatore Marley,' " lesse rivolto a Jojo. " 'Non dimenticate di portare questo invito quando ritirerete il vostro costume gratuito! Si prega di presentare l'invito all'ingresso e di indossare il costume!'". Questo era quello che aveva dimenticato - aveva bisogno del suo costume. Anche la donna al posto di guardia aveva detto qualcosa a proposito di costumi.

Fortunatamente per Guybrush, la soluzione era a portata di mano. Tra gli edifici affollati intorno al molo c'era un edificio senza pretese etichettato come NEGOZIO DI COSTUMI.

Guybrush e Jojo spinsero la porta per aprirla ed entrarono.

I loro occhi furono rapiti da una mostra di costumi di incredibili colori e varietà, maschere e giocattoli spumeggianti che facevano parte della scorta del negozio. Lucertole. Alci. Elefanti. Cappotti e pantaloni di ogni colore e con ogni possibile combinazione di righe e pois. Jojo strillò di gioia e balzò in piedi, afferrando con forza il braccio destro di Bowling Boy ™. Salì fino al ripiano in alto e cominciò a correre lungo la parte superiore, di tanto in tanto faceva una pausa per graffiare una maschera o un costume vicino in maniera casuale.
Rispondi